Caldo, non ti temo!

a cura della dottoressa Angelica Pizzolante

Quest’anno la bella stagione ha tardato ad arrivare, ma ciononostante non ci sta risparmiando da temperature torride. Il caldo e l’umidità sono dei fattori di rischio per la salute, in particolare per anziani e bambini.

Pertanto, risulta necessario garantire una corretta idratazione e un corretto equilibrio idro-salino.

Il calore eccessivo provoca nel corpo adattamenti termoregolatori mirati a mantenere stabile la temperatura dell’organismo. Se il corpo perde troppi liquidi o sali, si sviluppano i sintomi del cosiddetto “esaurimento da calore”. Senza adeguati provvedimenti, e continuando ad essere esposti al calore, si va verso la disidratazione, con aumento della temperatura corporea e sviluppo del “colpo di calore”.

Per affrontare il caldo è fondamentale:

  • bere circa 8-10 bicchieri al giorno di acqua non ghiacciata
  • evitare alcolici e superalcolici
  • mangiare frutta e verdura, legumi e cereali integrali
  • non uscire e non svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata
  • indossare indumenti chiari, non aderenti e di fibre naturali

Per non perdere troppi sali minerali, è preferibile consumare prodotti freschi, integrali e, laddove possibile, alimenti crudi o sottoposti a una breve cottura. Gli integratori alimentari di sali minerali possono essere un utile complemento per coadiuvare il benessere dell’organismo in generale e soprattutto  in caso di alimentazione che ne risulti povera come, ad esempio, negli anziani  i quali possono avere difficoltà a consumare alimenti crudi, a causa dei frequenti problemi masticatori e di deglutizione.

Se in alcuni casi l’utilizzo di integratori alimentari può rappresentare una necessità, nel complesso essi rappresentano un alleato per coadiuvare il proprio benessere e stato nutrizionale.

La stessa parola “integratori alimentari” indica la naturale funzione di questi prodotti, concepiti per integrare l’alimentazione quotidiana, senza mai sostituirla.

Quindi largo a una corretta e sana alimentazione e…buona estate a tutti!

Documento IADSA Mind the Gap su sole e Vitamina D

La International Alliance of Dietary/Food Supplement Associations (IADSA) ha lanciato Mind the Gap, la presentazione informativa che faciliterà una comunicazione più efficace sui benefici degli integratori alimentari, in particolare sulla Vitamina D. Contenuto scaricabile qui.

Corretta alimentazione e sani stili di vita: QUALE RUOLO PER GLI INTEGRATORI

a cura della dottoressa Angelica Pizzolante

Aspettiamo la primavera come se fosse una liberazione dei mesi bui e freddi, e invece di sentirci frizzanti e pieni di energia, ci scopriamo apatici e stanchi senza sapere il perché.
Per molti il cambio di stagione è causa di stanchezza e nervosismo.
Il nostro organismo è una macchina molto complessa, regolata da diversi meccanismi delicati e precisi. Il cambio di stagione è un cambiamento repentino per il nostro corpo e l’adattarsi a nuove condizioni climatiche e atmosferiche comporta cambiamenti psico-fisici.

Sembra quasi che il nostro organismo faccia fatica a sincronizzarsi con i ritmi dell’ambiente esterno, e spesso non sappiamo neppure come affrontare questa spossatezza primaverile.
Uno stile di vita sano costituito da una regolare attività fisica ed una corretta alimentazione sono fondamentali per la nostra salute.
In particolare, è necessario arricchire le nostre tavole con alimenti ricchi di:

– Vitamina A: presente sia nel mondo animale (latte e derivati e uova) e sia nel mondo vegetale (frutta e verdura di colore rosso, giallo e arancione).
– Vitamina E: presente nei frutti oleosi, semi di grano, verdura a foglia verde e cereali.
– Vitamina C: presente nella frutta e verdura (fragole, kiwi, pomodori, broccoli, peperoni, limoni, ecc)
– Ferro: presente sia nel mondo animale (carne e pesce) e sia nel mondo vegetale (legumi, cereali, frutta secca e verdure a foglia verde)
– Magnesio: presente nei vegetali a foglia verde, legumi, frutti oleosi, frutta fresca e cereali integrali.
– Potassio: presente nella frutta, verdura e legumi.

Questi micronutrienti sono molto sensibili al processo di raffinazione, di calore e alla luce. Meglio, dunque, consumare prodotti freschi, integrali e, laddove possibile, alimenti crudi o sottoposti a una breve cottura.

Gli integratori alimentari possono essere un utile complemento per coadiuvare il benessere dell’organismo o in caso di alimentazione che risulti povera di nutrienti essenziali, negli adulti anche anziani. Questi ultimi, in particolare, possono avere difficoltà a consumare alimenti crudi, a causa dei frequenti problemi masticatori e di deglutizione.

Un altro esempio è durante la gravidanza e l’allattamento, per l’aumentato fabbisogno sia della gestante che della “nutrice”.
Se in alcuni casi l’utilizzo di integratori alimentari può rappresentare una necessità, nel complesso essi rappresentano un alleato per coadiuvare il proprio benessere e stato nutrizionale.

La stessa parola “integratori alimentari” indica la naturale funzione di questi prodotti, concepiti per integrare l’alimentazione quotidiana, senza sostituirla. Tali modalità di integrazione rappresentano un moderno approccio al problema di una più corretta e sana alimentazione, nell’ottica e nello scenario di un intervento volto a favorire le condizioni di benessere, supportando le funzioni fisiologiche dell’organismo nel pieno rispetto e tutela della salute.

Integratori e il loro ruolo nella fisiologia dell’invecchiamento cerebrale

Il cervello è l’organo del corpo che invecchia più velocemente rispetto a tutti gli altri tessuti dell’organismo.  La principale risorsa energetica del cervello dipende dai livelli di glucosio disponibile. Oltre al glucosio, molti altri nutrienti essenziali risultano fondamentali per una corretta attività neurale.

Vediamoli nel dettaglio:

  • VITAMINE DEL GRUPPO B: in particolare vitamina B6 e B12 sono impiegate nel mantenimento della fisiologia cerebrale, nella regolazione delle funzioni e del trofismo neuronale e un suo deficit, ad esempio di vitamina B12 potrebbe causare perdita di memoria e concentrazione, disturbi di memoria e demenza.
  • ACIDI GRASSI POLINSATURI OMEGA-3 E OMEGA – 6: oltre a fungere da substrato energetico, svolgono un ruolo importante come componenti dei fosfolipidi che formano le strutture delle membrane cellulari. Nell’uomo una dieta deficitaria in omega-3 è stata associata ad un aumentato rischio di sviluppare numerosi disturbi del comportamento e disordini mentali, inclusi deficit cognitivi e demenza.
  • OMOTAURINA: è un derivato aminoacidico solfonato presente in alcune specie di alghe marine e possiede specifiche proprietà neuro protettive. Due recenti studi ne hanno valutato la supplementazione di omotaurina come integratore in soggetti affetti da ftCI e hanno confermato l’azione neuroprotettiva e di miglioramento delle funzioni cognitive, suggerendo un potenziale per questa molecola nel modificare positivamente l’andamento del decorso della malattia di Alzheimer.
  • THEOBROMA CACAO: le fave del frutto dell’albero di Theobroma cacao L. (TC) sono la base per la produzione dell’alimento funzionale più importante e diffuso nella storia umana, cioè il cacao. Negli ultimi anni, numerosi dati sperimentali, condotti su modelli animali e sull’uomo, hanno evidenziato la capacità dei flavanoli di TC di ridurre il danno ossidativo, sostenere il normale tono dell’umore e migliorare le capacità mnemoniche. In termini di funzione cerebrale, singole dosi di cacao contenenti rispettivamente 500 e 900 mg di flavanoli sono state in grado di aumentare il flusso sanguigno cerebrale.
  • GINKGO BILOBA: è un albero antichissimo, già presente sul pianeta 270 milioni di anni fa. L’estratto secco delle foglie è incluso nella farmacopea Europea. In Italia il Ginkgo Biloba è ampiamente utilizzato contro i disturbi di memoria e per le condizioni che, soprattutto durante la terza età, sono associate alla riduzione del flusso di sangue al cervello.

In conclusione, ricordiamo che l’EFSA ha pubblicato le linee guida per valutare l’efficacia di sostanze nutrizionali o derivate dal cibo sulle funzioni cerebrali, incluse quelle psicologiche.

Sebbene tale documento non rappresenti, per stessa ammissione dell’EFSA, una guida esaustiva degli approcci per valutare in maniera attendibile il rapporto causa/effetto di una sostanza sulle funzioni cerebrali, è sicuramente un notevole passo avanti per impostare studi nutrizionali significativi in tale area e per valutare l’ integrazione come un moderno approccio al problema di una più corretta e sana alimentazione, nell’ottica e nello scenario di un intervento volto a favorire le condizioni di benessere, supportando le funzioni fisiologiche dell’organismo nel pieno rispetto e tutela della salute.

Fonte: Review sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo, novembre 2019

Primavera: risvegliamo l’organismo

Tempo di primavera. Tempo di rinascita, di sole, di attività all’aria aperta. L’arrivo della bella stagione coincide infatti con il rifiorire della natura, la maturazione della frutta più prelibata, il risplendere del cielo, il progressivo allungamento delle giornate. Un momento positivo che sostiene l’animo e predispone all’azione. L’arrivo della primavera, però, è per molti associato anche ad uno stato di stanchezza e di malessere noto proprio come “mal di primavera”. Molti studiosi hanno infatti già ampiamente dimostrato che esiste un legame molto stretto tra le condizioni climatiche-atmosferiche e i processi fisiologici che avvengono nell’organismo. L’aumento della temperatura e il prolungamento delle ore di luce possono infatti creare delle difficoltà di adattamento in alcuni soggetti particolarmente sensibili poiché si tende ad essere più reattivi e a prolungare di qualche ora le varie attività della giornata. E l’organismo, reduce di un inverno lungo e rigido e da periodi prolungati di intenso lavoro arriva a questo momento indebolito e debilitato. Ecco che, proprio all’arrivo della bella stagione, molti sono affetti da stanchezza cronica, da un forte senso di stress e di irritabilità che incidono negativamente sul normale svolgimento delle attività quotidiane. Per affrontare quindi l’arrivo della primavera con serenità è bene non lasciarsi prendere dall’indolenza e preparare l’organismo depurandolo dalle tossine accumulate durante l’inverno. Ecco qualche piccolo suggerimento: A Tavola Per depurare l’organismo e farlo funzionare meglio bisogna limitare il consumo di quelle pietanze elaborate che richiedono un processo digestivo troppo lungo come gli alimenti grassi. Sarebbe invece utile privilegiare i cibi ricchi di proteine come carne e pesce abbinati a verdura e frutta di stagione, soprattutto quella ricca di vitamina C, antiossidanti e betacarotene come cavoli, bietole, carciofi, carote e frutti rossi. Può essere utile anche aumentare il consumo di riso che vanta proprietà depurative. Evitare inoltre sia le diete drastiche che le grandi abbuffate alternando piuttosto pasti leggeri ma frequenti che forniscono energia senza appesantire l’organismo. Di fondamentale importanza ridurre anche l’apporto di sale e bere molta acqua naturale aggiungendo una tisana o un’infusione di erbe depurative la sera prima di andare a letto per aiutare l’organismo a depurarsi dolcemente. Per sopperire ad alcune carenze nutrizionali dovute ad un’alimentazione incompleta o squilibrata potrebbe essere utile anche ricorrere agli integratori alimentari ad azione tonificante come il ginseng, la pappa reale, il ginko biloba, l’eleuterococco e la rodiola. Con l’arrivo dei primi caldi si consigliano anche quelli a base di vitamine e sali minerali che aiutano la reidratazione. In Palestra o all’aria aperta Per essere tonici e pronti ad affrontare la bella stagione, può aiutare anche svolgere una regolare attività fisica. L’importante è non esagerare: la parola d’ordine è infatti gradualità! Troppo sport potrebbe infatti sovraffaticare l’organismo, mentre troppo poco sport impedisce all’organismo di liberarsi dalle tossine accumulate durante tutto l’inverno. Attenzione al guardaroba Con l’arrivo della primavera, spesso associato a sbalzi di temperatura e cambiamenti climatici improvvisi è bene stare molto attenti anche a cosa s’indossa. La soluzione più efficace è optare per un abbigliamento a strati che consenta di adattarsi ai cambiamenti scoprendosi se fa caldo e coprendosi se la temperatura scende repentinamente. Regolarità nel riposo Per evitare la tipica stanchezza primaverile è bene cercare di mantenere costante il nostro abituale ritmo sonno-veglia evitando di cambiare bruscamente abitudini. Il fatto che le giornate siano sensibilmente più lunghe non implica che anche le attività si debbano protrarre fino a tarda sera. Con se stessi… Per affrontare l’arrivo della bella stagione nel modo giusto è importante anche dedicare un po’ di tempo e di attenzione a se stessi per scaricare la tensione e recuperare energia fisica e mentale. Per questo è fondamentale trovare, all’interno della giornata, un momento per dedicarsi al proprio hobby preferito o semplicemente alla cura del proprio corpo. Se a questo si aggiunge un po’ di stretching sarà più facile liberare la mente ed eliminare lo stress.

Integratori alimentari: un aiuto per mamme in attesa e bebé

Gravidanza e allattamento rappresentano due momenti cruciali per la donna non solo sotto l’aspetto emotivo e psicologico, come è naturale, ma anche sotto il profilo alimentare. La Dieta materna infatti incide in modo significativo sul benessere della madre stessa e, soprattutto, sulla salute del nascituro.
Per rendere ottimale lo stato di salute materno e ridurre il rischio di malformazioni o malattie del bambino è quindi fondamentale che la madre raggiunga uno stato nutrizionale ottimale prima, durante e dopo la gestazione, durante l’allattamento, momento in cui le richieste nutrizionali sono ancora superiori a quelle della gravidanza.

Durante la gravidanza, soprattutto nel 2° e 3° trimestre di gestazione, il fabbisogno calorico aumenta di circa 300-400 kcal, mentre in quello dell’allattamento l’aumentato fabbisogno è di ca 500 kcal al giorno. Quindi per raggiungere la quota calorica necessaria, è sufficiente aumentare la quantità di alimenti consumato normalmente; in generale una corretta alimentazione secondo le indicazioni contenute nelle Raccomandazioni Nazionali (LARN) assicura un apporto bilanciato di micronutrienti sia per la mamma che per il bambino.

Il bambino durante la gravidanza si nutre attraverso la placenta e con il latte materno dopo la nascita: è quindi molto importante che la mamma in questo periodo mangi meglio attraverso un’attenta scelta degli alimenti che compongono la sua Dieta giornaliera. Oggi spesso costringiamo il nostro organismo a seguire schemi alimentari squilibrati; la vita moderna ha inoltre sconvolto anche i ritmi biologici della donna: infatti una delle più importanti rivoluzioni biologiche del nostro tempo è il periodo in cui si concepisce il primo figlio, passato dai 20-25 anni del 1960 ai 25-30 e oltre del 2000.

Vi sono però situazioni in cui l’apporto di alcuni micronutrienti può essere non adeguato al fabbisogno; in questi casi possono intervenire gli integratori alimentari, su consiglio del medico. In particolare un’integrazione vitaminica o minerale può essere particolarmente utile nel caso di donne fumatrici o alcoliste, donne vegetariane o non vegetariane con Dieta sbilanciata, gravidanze gemellari. Il consumo di integratori a base di piante o contenenti principi attivi vegetali va concordato con il medico, poiché ingredienti a base vegetale possono essere controindicati in gravidanza ed allattamento.

Acido folico (Vitamina B9): in gravidanza l’apporto giornaliero di acido folico deve essere doppio rispetto a quello in condizioni “normali”; un aumentato introito di tale vitamina è utile per la prevenzione dei difetti del tubo neurale (spina bifida e anecefalia); coinvolto nella sintesi, nella riparazione e nel funzionamento del DNA e RNA, l’acido folico è infatti necessario per la ottimale formazione e mantenimento delle nuove cellule, soprattutto nei momenti di rapida crescita, durante la gravidanza e durante l’infanzia. E’ ormai condiviso dalla comunità scientifica internazionale che l’integrazione di acido folico nel periodo del concepimento diminuisce il rischio di insorgenza di difetti del tubo neurale, la struttura cioè da cui nell’embrione si formano cranio, cervello, colonna vertebrale e midollo spinale, il cui sviluppo si completa in genere entro 30 giorni dal concepimento. Con l’assunzione di acido folico, un mese prima del concepimento e fino a due-tre mesi dopo, è possibile ridurre del 50-70% il rischio dell’insorgenza di anomalie nello sviluppo del sistema nervoso embrionale. Le linee guida internazionali e nazionali raccomandano un introito di 400 mcg al giorno, doppio rispetto a quello normalmente assunto; le principali fonti alimentari sono vegetali a foglia larga, asparagi, broccoli, cavoli, carciofi, i legumi, frutta, fegato, il pane integrale.

Vitamina B12: come tutte le vitamine del gruppo B, è essenziale per lo sviluppo del cervello, del sistema nervoso, per la formazione dei globuli rossi e per l’utilizzo di acido folico. In particolare questa vitamina può essere carente nelle donne che seguono una Dieta vegetariana vegan priva di proteine di origine animale.

La vitamina D risulta utile per le gestanti che si espongono poco al sole, perché tale vitamina aiuta l’assorbimento di calcio nelle ossa.

Ferro: fonti alimentari ricche di ferro sono carne magra, pesce, pollame, frutta a guscio e cereali arricchiti. L’assorbimento del ferro da parte dell’organismo è maggiore quando venga assunto con la carne o contemporaneamente a frutta ricca di acido ascorbico. Le linee guida suggeriscono un apporto giornaliero di 30 mg di ferro durante la gestazione. Relativamente all’allattamento, si ritiene che non sia significativo un aumento del fabbisogno di ferro rispetto alle donne in normale stato fisiologico. E’ consigliabile la contemporanea assunzione di alimenti ricchi di vitamina C e acido citrico perché incrementano l’assorbimento del ferro.

Zinco e Rame: l’assunzione di ferro può ridurre la biodisponibilità di zinco e rame; in caso di supplementazione di quest’ultimo è consigliabile associare un apporto di tali elementi, perché il ferro ne compromette l’assorbimento. Negli integratori alimentari per la gravidanza i tre minerali sono normalmente presenti in associazione. Lo zinco si trova in natura in molti alimenti, dalle carni magre, alle noci, ai tuorli d’uovo.

Calcio: data la necessità di trasferire calcio al feto, è consigliabile che la donna in gravidanza o che allatta assuma più calcio, attraverso la Dieta ricca di prodotti lattiero-caseari o gli integratori specifici. Numerose evidenze cliniche sottolineano come un’integrazione di calcio e vitamina D possa essere particolarmente utile in alcune fasce di popolazione, come donne poco esposte al sole, allergiche, intolleranti, vegetariane vegan.

Fra le altre sostanze fondamentali per una gravidanza ottimale figurano inoltre gli acidi grassi essenziali della serie Omega 3. Gli acidi grassi Omega 3, che l’organismo può assumere solo con l’alimentazione, favoriscono infatti lo sviluppo del bambino e abbassano le possibilità di un parto prematuro. Per questo, il Comitato UE, incaricato dei progetti “Perinatal Lipid Nutrition Group” e “Early Nutrition Programming” composto da oltre 50 nutrizionisti, consiglia, in gravidanza l’assunzione di 200 milligrammi al giorno di un tipo di acido grasso omega 3, l’acido docosaesainoico (DHA), perché strettamente correlato allo sviluppo cerebrale e oculare del nascituro.
Una supplementazione di acidi grassi Omega 3 inoltre viene consigliata per le mamme fumatrici, sia che abbiano smesso sia che abbiano continuato tale abitudine durante la gravidanza: infatti è stato riscontrato che il fumo di sigaretta abbassa i livelli di DHA nel latte delle fumatrici.

Combattere i disturbi legati alla gravidanza

La gravidanza è un evento che coinvolge e modifica tutto l’organismo della donna. Le modificazioni del normale modo di essere di tutto l’organismo femminile possono dimostrarsi con piccoli malesseri, che frequentemente accompagnano la donna in attesa per tutti i nove mesi, senza per altro diventare, nella maggior parte dei casi, dei veri e propri disturbi.
I primi ed i più frequenti sono la nausea e/o il vomito al mattino, la salivazione abbondante, i bruciori ed i piccoli dolori allo stomaco, la Stipsi (stitichezza) ed i mutamenti del gusto e dell’appetito. Si presentano già dalle prime settimane di gravidanza e nella maggior parte dei casi col terzo mese scompaiono; solo raramente continuano oltre questo periodo.
Oggi si ritiene probabile che siano dovute ad un iniziale incompleto adattamento dell’organismo materno alla gravidanza cui concorrono le modificazioni ormonali, le modificazioni psicologiche e la risposta immunitaria nei confronti del nuovo bambino. Di seguito alcuni suggerimenti per far fronte ai principali disagi legati alla gestazione:

DISTURBI SUGGERIMENTI
Affanno

E’ la respirazione difficoltosa durante uno sforzo, a volte anche minimo. Può presentarsi negli ultimi mesi ed è dovuto all’aumento di peso, all’ingombro provocato dall’utero che impedisce una corretta respirazione e alla diminuzione del ferro,  sottratto dal bambino.

 

Ci si deve riposare di più, rallentando le attività fisiche più impegnative. Può essere opportuna su consiglio del medico un’integrazione di ferro, da iniziarsi comunque già dai primi mesi.

Alterazione del gusto

Può iniziare già dopo 10 – 15 giorni di ritardo mestruale e spesso è accompagnato da fastidio nei confronti di alcuni odori ( caffè, profumi, fumo di sigaretta ). In bocca si ha frequentemente un sapore metallico.

 

Si deve fare attenzione a non mangiare i cibi che provocano questo fastidio. Per tale motivo nei primi mesi sono concessi, anche se limitatamente, i “capricci alimentari”.

Bruciori allo stomaco

Sono dovuti alla risalita delle secrezioni gastriche in esofago: questo si verifica a partire dal 6° mese quando l’utero, ormai di discrete dimensioni, “schiaccia” lo stomaco verso l’alto.

 

Mangiare frequentemente: ecco uno dei motivi per cui sono consigliati sei piccoli pasti. In questo modo le secrezioni gastriche sono tamponate dalla digestione. Se questo non bastasse, consigliandosi prima col proprio medico, si può ricorrere all’uso giornaliero di antiacidi : non rimuovono la causa ma attenuano di molto il disturbo.

Crampi

E’ un disturbo è frequente negli ultimi mesi ed è caratterizzato da una sensazione di forte contrazione alla coscia, al polpaccio o al piede. E’ dovuto ad un non corretto equilibrio elettrolitico (calcio, magnesio, fosforo, potassio  ecc. ).

 

Il rimedio è quello di massaggiare la parte con il Crampo per qualche minuto. Se i crampi si presentano frequentemente si deve aumentare l’apporto alimentare di oligoelementi e sali minerali, diversificando la Dieta o assumendoli sotto forma di integratori alimentari.

Dolori alla schiena

Frequenti durante tutta l’epoca della gravidanza, possono essere un campanello d’allarme di una minaccia di aborto o di parto prematuro; tale allarme si manifesta se i dolori sono associati a contrazioni. Più frequentemente sono un banale disturbo dovuto a sforzi o ad attività fisica eccessiva o a posizioni non corrette. La causa principale è allora la eccessiva mobilità delle articolazioni ossee del bacino e della colonna vertebrale dovuta alle modificazioni indotte dagli ormoni gravidici e al peso della donna.

 

Si deve sempre informare il medico per escludere la minaccia di aborto o di parto prematuro. Stabilita la loro origine si deve imparare a mantenere posizioni corrette della schiena (non piegare mai le spalle in avanti o troppo indietro ) e si devono praticare esercizi di ginnastica per rafforzare la muscolatura della colonna. Meglio evitare tacchi alti, consigliato dormire su materassi rigidi.

Nausea

E’ la sensazione di nausea e/o di vomito che insorge, quasi esclusivamente nei primi mesi, per lo più al mattino a digiuno e solo raramente si ripete durante la giornata. Questi disturbi sono la conseguenza evidente dell’adattamento dell’organismo femminile alla gravidanza.

 

Il più delle volte è sufficiente frazionare l’alimentazione in tanti piccoli pasti nelle 24 ore, costituiti, almeno inizialmente, da cibi graditi alla donna. A volte è sufficiente consumare la prima colazione a letto per avere un rapido miglioramento.

Emorroidi

Le Emorroidi sono piccole dilatazioni delle vene che raccolgono il sangue della regione anale e perianale,. Si manifestano più frequentemente nelle donne che hanno già avuto altri figli e in quelle che già soffrivano del disturbo prima di rimanere incinta perché, sotto l’azione degli ormoni della gravidanza, soprattutto il progesterone, le pareti venose si rilassano, sono meno toniche e di conseguenza tendono a dilatarsi più facilmente. Con il procedere della gestazione, soprattutto a partire dal sesto-settimo mese, il disturbo viene accentuato dall’aumentato peso dell’utero che, comprimendo le vene presenti nel bacino, ostacola il ritorno sanguigno anche dalle vene del retto. Come conseguenza si viene a formare un ristagno di sangue che preme sulle pareti venose dilatandole ulteriormente. Le Emorroidi sono molto fastidiose e determinano prurito, bruciore e dolore.

 

Si deve seguire una Dieta ricca in fibre e bere molto. Non si deve stare per troppo tempo sedute o in piedi, ma si deve cambiare frequentemente la posizione. Inoltre una moderata attività fisica giornaliera favorisce la loro diminuzione.
L’igiene intima deve essere molto accurata.

Flatulenza

E’ la abbondante produzione di gas dall’intestino, che alcune donne hanno anche per tutta la gravidanza, ma che è più frequente negli ultimi mesi. E’ dovuta al rallentamento della motilità intestinale tipica della gravidanza.

 

Si deve bere molta acqua, soprattutto lontano dai pasti e devono essere evitati i cibi che danno fermentazione. Frequentemente le bevande troppo calde aumentano il problema.

 Gonfiori

Negli ultimi mesi le mani, le gambe, le caviglie ed il viso possono gonfiarsi un po’. Ciò è dovuto ad una modesta ritenzione idrica tipica degli ultimi mesi della gravidanza.

 

Se il gonfiore non è eccessivo e non è associato a pressione alta e a perdita di albumina con le urine non ci si deve allarmare. Per accelerare il ricambio e perdere l’eccesso di liquidi è opportuno bere molta acqua lontano dai pasti, evitare di stare per troppo tempo in piedi o sedute e cercare di tenere le gambe sollevate quando si è sedute.

Perdite di urina

Verso il termine della gravidanza si possono verificare perdite involontarie di urina, anche se di modesta entità, dovute al peso ed alla pressione esercitata dall’utero sulla vescica. Alcune volte questo disturbo può essere confuso con la rottura del sacco amniotico.

 

La ginnastica per tonificare la muscolatura del perineo e dall’addome deve sempre essere eseguita durante la gravidanza. Inoltre si può, mentre si fa la pipì, praticare la ginnastica vescicale: si inizia ad urinare, ci si ferma per 2 – 3 secondi (si conta sino a dieci ) e si riprende poi ad urinare.

Ptialismo

E’ l’aumento della secrezione di saliva: in gravidanza, oltre ad una eccessiva produzione di saliva si ha anche una seria difficoltà  a deglutirla. Il disturbo presente sin dai primi giorni di ritardo, associato frequentemente a nausea e/o a vomito, in alcune donne permane per quasi tutta la gravidanza.

 

La terapie e le norme dietetiche sono le medesime che si attuano per nausea e vomito.

Secrezioni vaginali abbondanti

Sono presenti nella maggior parte delle donne durante la gravidanza e sono dovute al rigonfiamento e alla congestione delle mucose genitali tipici di questo periodo. Alcune volte sono così abbondanti da richiedere l’uso di assorbenti. Solo raramente sono il sintomo di una infezione: in questo caso hanno colore diverso dal bianco, sono accompagnate da bruciore e/o prurito, danno arrossamento e sono maleodoranti.

 

Sono sufficienti lavaggi frequenti con acqua e sapone. Le irrigazioni vaginali sono inutili e possono essere dannose.
In caso di infezione è il medico che, eseguiti i controlli del caso ( coltura vaginale ) stabilirà la terapia più idonea.

Stitichezza

E’ frequentissimo come disturbo. E’ dovuto soprattutto al rallentamento della velocità di transito intestinale, causato dalla azione rilassante degli ormoni della gravidanza sull’intestino.

 

Può essere prevenuta o attenuata da una alimentazione ricca di fibre (verdure e crusca) e con l’assunzione di discrete quantità di acqua. Se ciò non bastasse si può ricorrere saltuariamente all’uso di blandi lassativi e di piccoli enteroclismi.

Varici

La gravidanza favorisce, in chi ne è predisposta, la comparsa di Varici agli arti inferiori ed intorno alla vagina e accentua quelle gia presenti. Questo è dovuto alla azione rilassante degli ormoni gravidici sulla parete delle vene ed alla congestione delle stesse per il peso esercitato dall’utero gravido.

In questo periodo non sono da trattare con terapia chirurgica e/o sclerosante. Per lo più è sufficiente far riposare le gambe ad intervalli regolari tenendo le stesse più in alto rispetto al tronco ed usare collant elastici.

Con eleuterococco e rodiola un pieno di energia!

Con l’arrivo dei primi caldi, ci si trova spesso a dover affrontare disturbi come la spossatezza, l’apatia e l’irritabilità. Tutto ciò è legato principalmente al cambio di stagione: l’organismo deve affrontare uno stress legato a una diversa alternanza di luce e buio e alle temperature che iniziano gradualmente a salire. Per affrontare la nuova stagione e i cambiamenti che essa porta con sé, si necessita di molta più energia rispetto a quella utilizzata normalmente, provocando così, all’interno dell’organismo, stati di sonnolenza e stanchezza.

Il calo psico-fisico è una condizione molto diffusa in questa stagione. I sintomi tipici sono rappresentati da ansia, calo della memoria e delle prestazioni mentali in genere, oltre alle già menzionate sonnolenza, svogliatezza e inappetenza” – spiega il prof. Antonello Sannia, Presidente della Società di Medicina Naturale.  “Un supporto per ritrovare il benessere psico-fisico arriva dalle piante” – aggiunge l’esperto.

A questo proposito, l’Osservatorio Unione Italiana Food – Integratori Italia, in collaborazione con il prof. Sannia, fornisce alcuni consigli per ritrovare le energie perse.

L’eleuterococco, originario dalla Siberia e dalla Mongolia, se preso due volte al giorno, mattina e primo pomeriggio, ha un’azione energizzante e aiuta ad incrementare la resistenza allo stress. A livello cerebrale, stimola l’attenzione e la concentrazione migliorando, di conseguenza, la performance mentale; in più favorisce il sistema immunitario con una stimolazione dell’attività dei globuli bianchi” – precisa il prof. Sannia.

Altra pianta, che ci viene in aiuto, è il lepidium meyenii. Si tratta di un tubero che cresce sulle Ande e viene utilizzato sia per le sue proprietà nutritive sia per quelle toniche ed energizzanti. L’assunzione ideale, la mattina presto e primo pomeriggio, in questo modo si può vedere maggiormente la sua efficacia.

Con l’inizio della bella stagione, aumentano le occasioni di poter praticare sport all’aperto per più momenti settimanali. Un aiuto in più per mantenere la normale funzione muscolare, evitando dolori, e la pressione sanguina ci viene dai cibi ricchi di potassio come banane, pomodori secchi e ceci. Sottolinea il prof. Sannia: “Un altro aiuto verde per questo argomento viene dalla rodiola, da assumere sempre al mattino e metà pomeriggio, data la sua azione tonica psico-fisica: accorcia il tempo di recupero muscolare e aumenta la sintesi di proteine nei muscoli”.

Si ricorda che in ogni periodo dell’anno, ancor più se si tratta di mesi interessati da cambi di stagione come quello che stiamo vivendo, bisogna assumere un giusto quantitativo di fibre, pari a trenta grammi negli adulti – nei bambini la quantità è inferiore, poiché hanno la funzione di regolare l’intestino, favoriscono la crescita di batteri buoni e rallentano l’assorbimento di grassi e zuccheri.

Sovrappeso e obesitá: l’importante é prevenire

Le cause

Predisposizione genetica e vita sedentaria. Lavoro in ufficio, uso auto poco tempo per lo sport
Abitudini alimentari. Pranzare fuori casa incentiva il consumo di cibi sbilanciati.
Alimentazione compulsiva e ansiosa dovuta allo stress
Bambini davanti a computer e tv, poche ore di attività fisica

I danni per la salute

Malattie cardiovascolari
Ipertensione
Diabete del secondo tipo
Disagio psicologico (depressione, isolamento)
Malattie ai reni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’obesità come una “epidemia” e come “ una delle maggiori sfide per la salute pubblica del XXI secolo”. Stima la popolazione obesa mondiale di ben 300 milioni, inclusi 115 milioni di obesi adulti nei paesi più sviluppati. L’86% dei decessi e il 77% della perdita di anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono causati da alcune patologie che hanno in comune fattori di rischio modificabili, quali fumo, Obesità e soprappeso, abuso di alcol, scarso consumo di frutta e verdura, sedentarietà, eccesso di grassi nel sangue e ipertensione arteriosa. Tali fattori di rischio sono responsabili da soli del 60% della perdita di anni di vita in buona salute in Europa e Italia.

E’ questa la premessa che apre il documento Guadagnare Salute che descrive e definisce le strategie del Ministero della Salute in tema di prevenzione dei fattori modificabili, relativi allo stile di vita, che incidono sul benessere dei cittadini nel nostro Paese.

A ciò si aggiunge come dato allarmante il fenomeno dell’obesità pediatrica, fino a qualche decennio fa ancora poco diffuso; evidenze scientifiche riconoscono all’obesità in età preadolescenziale e adolescenziale una forte capacità predittiva dello stato di Obesità in età adulta. In Italia oltre il 30% di bambini e adolescenti risulta in sovrappeso e tra questi circa il 10% è obeso.
I primi segnali sono ben visibili: il netto aumento di Diabete di tipo 2. Se dieci anni fa il rapporto tra Diabete di tipo 1 e 2 era, in bambini e adolescenti, di 1-2 casi ogni 100, oggi è salito a 8-10 ogni 100. La differenza sostanziale tra i due tipi di Diabete è che mentre il tipo 1 è la conseguenza di una mancata produzione di insulina da parte del pancreas, il tipo 2 si manifesta quando il pancreas eccessivamente sollecitato nella produzione di insulina, spesso proprio a causa di un’eccessiva e non corretta alimentazione, comincia a perdere la capacità di produrla in quantità sufficiente. Ed è quello che rischia di accadere ai bambini, ma maggiormente agli adolescenti, obesi.

Le conseguenze negative dell’obesità infantile non si fermano però al diabete. Esistono prove che l‘obesità è di per sé un fattore di rischio cardiovascolare anche nel bambino e che all’eccesso di peso sono spesso correlati a valori fuori norma della pressione arteriosa, riscontrabili tra i bambini già alle scuole elementari. Inoltre si stanno registrando sempre più spesso negli adolescenti segni della cosiddetta “sindrome metabolica”, finora considerata una patologia dell’adulto.
Come intervenire? Guarire da Diabete di tipo 2 come dalla sindrome metabolica non è cosa facile né certa: allora è molto meglio puntare sulla prevenzione. L’obesità, come sostengono gli esperti, è una malattia multifattoriale con un’inequivocabile componente genetica, ma condotta alimentare e stili di vita ne sono cause altrettanto importanti e preminenti per il suo sviluppo. I comportamenti maggiormente critici sono un’alimentazione non equilibrata e spesso eccessiva, la scarsa attività fisica e sportiva e l’eccessiva sedentarietà.

Tutti sanno che un corretto modo di alimentarsi, accompagnato da uno stile di vita adeguato, favorisce la longevità. Ma il problema non si risolve agendo solo sul contenimento degli introiti calorici voluttuari, perché almeno per i ragazzi è ben più grave e antifisiologica la decurtazione dell’attività fisica e quindi della spesa calorica. E’ un fatto incontestabile che la sedentarietà domina le loro giornate. Gli italiani brillano, infatti, per pigrizia: 35 milioni sono votati alla sedentarietà, ad un’alimentazione eccessiva di grassi, un terzo di giovani tra i 6 e 13 anni è in sovrappeso.

E quindi fondamentale tenere presente che i pilastri di qualsiasi alimentazione sono la varietà, la regolarità e il bilanciamento tra macronutrienti. Ciò significa che nel nostro organismo servono in media il 55-60% di calorie dai carboidrati, al massimo un 30% dai grassi e un 10-15% dalle proteine. Bilanciamento significa che alterando queste proporzioni costringiamo il nostro organismo a trasformare proteine in carboidrati, ad esempio con un notevole stress. Varietà vuol dire che abbiamo bisogno di sali minerali, sostanze antiossidanti, vitamine e acidi grassi polinsaturi che, se mancano, il nostro organismo non è in grado di fabbricare. Una Dieta dissociata è perciò squilibrata per definizione, se non motivata da una particolare e ben documentata intolleranza.
Quindi è indispensabile concentrare l’attenzione sui principi di una sana alimentazione unita ad esercizio fisico per mantenere uno stato di benessere dell’organismo.

Il pomodoro amico del cuore

Da un recente studio su Atherosclerosis nuove strategie nutrizionali per la gestione del rischio cardiovascolare:
integrazione con licopene e prodotti a base di pomodoro

L’Osservatorio Integratori Italia segnala i risultati di una recentissima revisione sistematica di 21 studi pubblicata su Atherosclerosis1 che evidenzia un’associazione tra consumo di prodotti a base di pomodoro, integrazione con licopene e minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (CVD).
La revisione ha indagato gli effetti del consumo di derivati di pomodoro e licopene su alcuni marker della funzione cardiovascolare, come quantità di lipidi nel sangue, pressione sanguigna e funzione endoteliale, in individui adulti.

I risultati hanno mostrato che interventi nutrizionali con prodotti a base di pomodoro erano associati a una riduzione significativa dei valori del colesterolo LDL e un miglioramento dei valori di FMD (indice di funzionalità endoteliale e parametro surrogato di rischio cardiovascolare) mentre una supplementazione con licopene riduceva la pressione sistolica.

“Le evidenze disponibili costituiscono un’area di ricerca molto promettente – afferma Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy – e in prospettiva potranno supportare lo sviluppo di strategie nutrizionali individualizzate per far fronte alla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare. Interessante, soprattutto, è osservare come gli effetti protettivi del licopene e dei derivati del pomodoro siano complementari e non perfettamente sovrapponibili. Il pomodoro migliorerebbe il profilo lipidico, ed il licopene (di cui il pomodoro è peraltro molto ricco) soprattutto il profilo dei valori della pressione sanguigna. Anche se è complesso spiegare tali differenze, il messaggio che ne emerge punta a sottolineare che gli alimenti funzionali (come il pomodoro) e i loro principi attivi purificati (come il licopene) sembrano sinergizzare nei loro effetti di prevenzione cardiovascolare, ciascuno “aggiungendo qualcosa” agli effetti protettivi dell’altro”.

1.Tomato and lycopene supplementation and cardiovascular risk factors: a systematic review and meta-analysis. Ho Ming Cheng, Georgios Koutsidis, John K. Lodge, Ammar Ashor, Mario Siervo, José Lara. www.atherosclerosis-journal.com/article/S0021-9150(17)30010-2/abstract

Probiotici ed efficacia: la posizione di Integratori Italia

Nel mondo degli integratori alimentari, un ambito che riveste grande interesse, in termini di ricerca e innovazione, nonché di grande richiesta da parte dei consumatori, è quello dei probiotici, definiti da FAO/OMS nel 2001 come “microrganismi vivi e vitali al momento dell’uso, la cui efficacia è legata al consumo di un’adeguata quantità e il cui uso deve portare un beneficio per la salute o il benessere”.

Per fare chiarezza in merito al ruolo e all’efficacia dei probiotici, il prof. Lorenzo Morelli e co-autore delle linee guida FAO/WHO sui probiotici, sottolinea che: “La ricerca da oltre 30 anni considera l’area dei probiotici un settore in cui investire risorse per meglio indagare il legame tra salute e batteri, identificando questi ultimi come potenziali mezzi per il mantenimento di un buono stato di salute”.

Secondo le Linee Guida EFSA (European FoodSafety Authority), i probiotici possono essere utili in tre aree principali:

Discomfort gastro-intestinale
– Questo tipo di indicazioni sulla salute è d’interesse in quanto vi sono, secondo EFSA, due popolazioni target: gli adulti con Sindrome da Colon Irritabile (IBS) e, in età pediatrica, neonati con coliche gassose.

Difese immunitarie contro gli agenti patogeni
– Le linee di ricerca che, secondo EFSA (European Food Safety Authority) sono considerate “accettabili” per lo sviluppo delle “indicazioni sulla salute” (health claims) nella difesa contro agenti patogeni sono centrate su infezioni, vaccinazioni e attività antibatterica nell’uomo. In questi ambiti, la letteratura scientifica ci indica in particolare che i probiotici si sono rivelati utili nella riduzione delle infezioni delle vie respiratore superiori e nell’incidenza delle infezioni da Clostridium difficile (CDAD).

Benefico cambiamento nella risposta agli allergeni
– L’argomento è molto studiato e raccoglie più di 900 articoli nella bancadati PubMed, di cui 171 studi clinici. Una metanalisi 5 studi ha dimostrato una riduzione significativa nell’eczema infantile.

Ad oggi – precisa il prof. Morelli – le principali evidenze su cui c’è maggiore consenso scientifico indicano che i probiotici:

– influenzano la composizione del microbiota e contribuiscono in modo significativo alla salute e al benessere dell’ospite;
– nei soggetti sani, alcuni probiotici sono utili nella regolarizzazione dell’alvo e nella riduzione del discomfort intestinale;
– alcuni probiotici possono essere antagonisti nei confronti dei patogeni intestinali
– alcuni probiotici possono essere associati a un globale miglioramento dei disordini funzionali intestinali (gonfiore, fastidio addominale, ecc.) nei bambini;
– altri, probabilmente grazie alla stimolazione di vie dell’immunità aspecifica, sembrano in grado di ridurre la durata e/o la gravità di patologie virali stagionali;
– segnalazioni preliminari suggeriscono che specifici ceppi di probiotici possano ridurre l’incidenza, o alcuni aspetti dermatologici, delle patologie allergiche nel bambino;
– gli alimenti contenenti probiotici hanno dimostrato la loro sicurezza sia nella popolazione sana sia in soggetti affetti da alcune patologie.

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