Integratori Alimentari e SSN: possibile alleanza strategica per ridurre i costi della salute

Il mercato degli integratori in Italia è una realtà oggi molto importante: nel nostro Paese, 8 persone su 10 fanno uso di integratori, per mantenere il proprio stato di benessere in diverse fasi della vita. Una vita che, in media, diventa sempre più lunga: secondo un recente studio dell’ISTAT, l’Italia è infatti il Paese dell’Unione Europea con l’età media più alta (44,4 anni) e con il record di ultrasessantacinquenni (21.2%) e di ultraottantacinquenni (3%). Non solo: è aumentata anche l’aspettativa di vita, sia per gli uomini (83 anni) che per le donne (87 anni).

“Tuttavia,” precisa Alessandro Colombo, Presidente Gruppo Integratori di AIIPA “a fronte di questi dati, gli “anni attesi di buona salute”, a 65 anni sono solo 10 per gli uomini, e solo 13 per le donne. Oltre la soglia dei 65 anni, infatti, come emerge anche dal Rapporto OsMed del 2014 di AIFA, la spesa farmaceutica del SSN per ogni individuo è superiore di oltre sei volte rispetto alla spesa sostenuta per le fasce d’età inferiori.”

Uno studio pubblicato nel 2013 negli Stati Uniti da Frost & Sullivan ha calcolato il possibile risparmio economico che, dal 2013 al 2020, poteva derivare dall’uso di alcune sostanze nutritive presenti negli integratori, in una popolazione over 55 affetta da patologie croniche con gravi impatti sociali ed economici e a rischio di complicanze. Tra i casi esaminati, la simulazione ha dimostrato che:

• Gli omega 3, le vitamine del gruppo B, i fitosteroli, e le fibre vegetali potrebbero ridurre drasticamente ripetuti infarti del miocardio nella popolazione con malattia coronarica e consentire risparmi tra 2,8 e 26,5 miliardi di dollari;
• L’integrazione con luteina e zeaxantina potrebbe far risparmiare quasi 7,4 miliardi di dollari in una popolazione con malattie dell’occhio età-correlate;
• L’integrazione con calcio, Vitamina D e magnesio potrebbe generare risparmi tra 4,2 e 8,6 miliardi di dollari in una popolazione con osteoporosi.

“Ancora più recentemente, in Francia,” prosegue Colombo “uno studio del 2015, pubblicato su PLOS ONE sull’impatto dell’assunzione di probiotici da parte della popolazione, ha stimato un risparmio pari a 6,6 milioni di euro in termini di riduzione di giorni di malattia per infezioni respiratorie, a 473.000 euro di trattamenti antibiotici e di 1,5 milioni di euro di giorni di malattia. In tutto, è stato calcolato un risparmio complessivo del SSN sino a 37,7 milioni di euro.”

Questi numeri importanti, che dovranno essere confermati da uno studio analogo di Frost & Sullivan ma in corso in Europa, indicano come alcuni integratori, in associazione ad una dieta equilibrata e varia, nel rispetto di uno stile di vita salutare, potrebbero contribuire non solo a migliorare lo stato di salute di soggetti a rischio, ma anche a ridurre la spesa sanitaria pubblica e l’impatto sociale che alcune malattie comportano: a questo proposito AIIPA area integratori propone l’avvio di una riflessione comune e l’apertura di un Tavolo di lavoro pubblico privato per un’analisi approfondita finalizzata alla realizzazione di un piano di intervento educativo nazionale, che dovrebbe focalizzarsi sia sul corretto stile di vita sia sull’integrazione di determinate sostanze con comprovata efficacia in particolari segmenti di popolazione a rischio.

Per saperne di più: http://youtu.be/XtMGSBMBck0 (l’intervento di Alessandro Colombo è stato tratto dal workshop Expo “Nutrire il pianeta, nutrirlo in salute” organizzato dal Ministero della Salute, 27-28 ottobre 2015

Le aziende aderenti ad AIIPA l’area integratori:

http://www.aiipa.it/nutrizione-e-salute/integratori-italia/aziende-associate

Sul corretto utilizzo degli integratori alimentari:
www.integratoriebenessere.it
APP “Integratori”, scaricabile gratuitamente per Apple e Android dal sito Integratori e Benessere

Le principali classi che compongono la categoria degli integratori sono: probiotici (o fermenti lattici) e i prodotti base di fibre, multivitaminici, integratori a base di sali minerali, integratori per il benessere della donna, antiossidanti, prodotti per il controllo del colesterolo e in generale i prodotti a base di erbe.

Ruolo degli integratori alimentari in gravidanza

Il periodo della gravidanza è particolarmente critico dal punto di vista alimentare-dietetico, in quanto la Dieta incide in modo fondamentale sulla salute sia della madre sia del feto. Per ottimizzare lo stato di salute di una donna in gravidanza e per ridurre il rischio di malformazioni o malattie nel nascituro, è fondamentale che la madre raggiunga uno stato nutrizionale ottimale prima, durante e dopo il periodo gestazionale: a questo proposito, è consigliabile che la mamma in attesa si consulti con il proprio medico di fiducia per le integrazioni da apportare all’alimentazione. Vediamo di seguito alcuni approfondimenti relativi a due importati aspetti della Dieta della gestante: l’integrazione con acido folico e ω-3.

Acido Folico (Vitamina B9)

Con il termine “folati” si intendono tutte le differenti forme della vitamina B9, o folacina, inclusi i numerosi derivati presenti nei sistemi biologici; l’acido folico si trova negli integratori alimentari e nei cibi addizionati e gioca un importante ruolo nella divisione cellulare e nello sviluppo del nascituro. I folati non vengono prodotti dal nostro organismo e devono essere assunti con la dieta; un’alimentazione completa ed equilibrata è in genere sufficiente a fornire il fabbisogno quotidiano di acido folico (0,2mg). Il fabbisogno giornaliero aumenta in gravidanza (0,4mg) quando il feto attinge dalle riserve materne per il suo sviluppo.

Le linee guida nazionali ed internazionali consigliano in gravidanza un apporto giornaliero di acido folico corrispondente a 400 mcg (si suggerisce cioè un raddoppio dell’apporto rispetto alle donne in normali condizioni fisiologiche). Le principali fonti alimentari di folati sono i vegetali a foglia larga, il fegato, gli agrumi, i legumi e il pane integrale.

Per prevenire i difetti del tubo neurale (spina bifida ed anencefalia), una patologia che è stata associata alla carenza di folati, la donna in gravidanza può consumare in aggiunta alla normale dieta, alimenti arricchiti o supplementi dietetici contenenti folati opportunamente studiati.

Sugli effetti positivi dell’acido folico è opportuno considerare le seguenti norme:

  1. la supplementazione deve iniziare 3-4 settimane prima del concepimento
  2. i livelli minimi si raggiungerebbero con un apporto giornaliero di 200 microgrammi attraverso gli alimenti più una supplementazione di 400 microgrammi
  3. nelle donne “a rischio” (precedente gravidanza e/o familiarità per spina bifida, trattamento concomitante con chemioterapici o farmaci anticonvulsivanti) i livelli efficaci corrisponderebbero ad una dose giornaliera corrispondente a 4-5 mg di acido folico
  4. la supplementazione di folati sembra concorrere a ridurre anche il rischio di altre complicanze gravidiche e malformazioni congenite.

Omega-3

Il tessuto nervoso è costituito prevalentemente da sostanze lipidiche in cui prevalgono i grassi poliinsaturi a catena lunga. I grassi alimentari, oltre a svolgere un ruolo energetico, forniscono anche componenti molecolari importanti e, talora indispensabili, sul piano morfo-funzionale per cervello e retina. Per garantire uno sviluppo normale del sistema nervoso è indispensabile garantire un adeguato apporto di Omega 3 (ω-3), soprattutto durante l’ultimo trimestre di gravidanza, ma anche nei sei mesi successivi al parto. L’apporto di acidi grassi poliinsaturi essenziali è dipendente dalla Dieta per la madre e dalle fonte materna per il feto. Per garantire il fabbisogno di acidi grassi essenziali è opportuno controllare adeguatamente la Dieta materna, tanto nel periodo gestazionale quanto durante l’allattamento al seno. La supplementazione con PUFA n-3 durante la gravidanza sembra aumentare significativamente il contenuto di fosfolipidi e ω-3, nel plasma ombelicale durante la gravidanza, ma anche nel latte durante l’allattamento.

La principale fonte alimentare degli ω-3 è rappresentata dai pesci, in particolare quelli ad alto contenuto di grassi: merluzzo, aringhe, pesce azzurro. E’ stato inoltre dimostrato che un alto apporto di cibo ad elevato contenuto di ω-3 potrebbe prolungare la durata della gestazione.

Uno studio internazionale recente ha infatti dimostrato che la supplementazione con olio di pesce, ad alto contenuto di ω-3 dalla trentesima settimana di gestazione ha indotto un maggior peso medio, alla nascita, di circa 107gr ed un prolungarsi della gestazione, in media di 4 giorni con alta significatività statistica in un gruppo di 433 donne danesi, confrontate con un campione trattato con supplementazione a base di olio di oliva.

Una supplementazione di ω-3 può quindi essere utile poiché svolge uno specifico effetto protettivo, che si concretizza nel prolungarsi dell’epoca gestazionale in modo da prevenire eventuali nascite pretermine. Un adeguato apporto di ω-3 si ha quando il consumo di pesce è di 1-2 volte la settimana; la supplementazione con ω-3 è particolarmente indicata nei paesi industrializzati dove il rapporto tra acidi grassi ω-3 e ω-6 presenti nella dieta è notevolmente spostato verso il consumo di ω-6 (acidi grassi polisaturi derivanti essenzialmente dagli olii vegetali, noci, uova e pollame).

Prof. Fabio Facchinetti, Ginecologo

Una dieta per ogni stile di vita

La buona salute inizia dalla tavola: le scelte alimentari sono alla base del nostro star bene, con noi stessi e con gli altri. Quando decidiamo di migliorare le nostre abitudini alimentari, meglio con l’aiuto di un medico o di un dietologo, è importante rendere il regime alimentare il più possibile personalizzato e adattato allo stile di vita che conduciamo, migliorando e correggendo contemporaneamente abitudini e comportamenti errati.Il regime alimentare non deve mai essere “punitivo” e deve rispettare, entro certi limiti, le abitudini di vita e le preferenze della persona; deve essere altresì uno strumento di “rieducazione” alimentare. E’ importante attuare scelte intelligenti e razionali dei vari alimenti di cui disponiamo, senza penalizzare troppo la strutturazione dei pasti e rispettare quel piccolo piacere che ne deriva dal consumarli. Quando è necessario il controllo o il recupero di una “accettabile” situazione di peso, un adeguato regime alimentare è condizione necessaria ma non sufficiente. Infatti, sono sempre più frequenti riscontri dove la causa dell’aumento di peso non va ricercata nel come e quanto una persona mangia ma piuttosto in quel che consuma.Di qui l’importanza dell’attività fisica e perciò dell’eventuale correzione anche dello stile di vita da associare ad un diminuito introito dietetico, per programmare un intervento più articolato e completo con l’intento di cogliere risultati migliori e, soprattutto, duraturi.Un’alimentazione equilibrata e corretta dovrebbe fornire una quantità di calorie giornaliere così ripartite:

  • 16% proteine (sia animali che vegetali)
  • 29% lipidi (privilegiare quelli di origine vegetale e quelli insaturi, come l’olio di oliva)
  • 55% da carboidrati (pasta e pane, principalmente)

senza dimenticare l’importantissimo apporto delle fibre, delle vitamine e dei sali minerali, contenuti nella frutta, nella verdura e nei legumi.

Per un regime alimentare corretto, è inoltre altamente consigliabile una costante variazione dei cibi, sia al fine di utilizzare tutti gli alimenti di cui disponiamo e realizzare un “bilanciamento” settimanale dell’apporto dei vari nutrienti, oltrechè di eventuali sostanze non nutritive (additivi, contaminanti, inquinanti), sia per evitare l’inevitabile noia che la monotonia comporta.

In un regime alimentare corretto anche i sistemi di cottura dei cibi hanno un ruolo fondamentale. Sono preferibili le cotture al vapore, alla griglia, al cartoccio, che esaltano i sapori dei cibi senza appesantirli con condimenti cotti o fritti; tali cotture infatti prevedono l’impiego, come condimento, dell’olio crudo. A tale proposito si ricorda che 10 gr di olio corrispondono, generalmente, ad un cucchiaio da tavola. Vengono considerati liberi, sia pur con moderazione:

  • aceto
  • sale
  • limone
  • aromi naturali
  • spezie

Nei casi in cui fosse necessaria una riduzione dell’introito calorico, è possibile sostituire lo zucchero con dolcificanti intensivi come saccarina, aspartame, ciclammato o altri prodotti che contengono questi composti in associazione.

L’uso dell’acqua è libero ed anzi consigliato in abbondanza, almeno 1.5-2 litri al giorno sia a pasto che fuori pasto, liscia o gassata. Libera assunzione, con moderazione, anche di caffè, tè ed infusi vari.
E’ inoltre consentito l’utilizzo di bevande analcoliche nelle versioni “light”. Per quanto riguarda il vino, l’apporto energetico corrisponde a circa 80 Kcal ogni 100 ml, perciò 2 bicchieri da 125 ml, pari a 250 cc, sono circa 200 Kcal. Birra: la birra fornisce circa 35 Kcal ogni 100 ml, per cui ogni lattina da 330 ml corrisponde a circa 115 Kcal.

NOTE PER UNA CORRETTA LETTURA DEGLI SCHEMI ALIMENTARI

Il presente capitolo riporta, a titolo puramente esemplificativo, alcuni tipi di schemi alimentari raggruppati per apporto calorico complessivo; gli schemi variano da 1800 Kcal, 1900, 2000 e 2200 Kcal, apporti energetici “tipo” ritenuti nutrizionalmente corretti oggi nella nostra società in relazione alle tipologie di persone e relativi stili di vita identificati.

E’ necessario sottolineare che gli schemi alimentari illustrati sono puramente indicativi e non possono essere utilizzati per finalità di natura clinica né per impostare diete. I dati contenuti sono riferiti a soggetti adulti in buono stato di salute generale e non possono essere indicati per donne in gravidanza e in allattamento; non possono altresì essere utilizzati in sostituzione del consiglio del medico o del dietologo. Per qualsiasi necessità specifica, è perciò consigliabile consultare il proprio medico di fiducia.

Integratori e menopausa

In coincidenza con la fine della funzione riproduttiva la donna inizia ad avvertire numerosi sintomi che con il trascorrere dei mesi diventano sempre più frequenti e fastidiosi. Tali sintomi definiti “neurovegetativi” raggiungono il loro acme nei primi anni della postmenopoausa, riconoscendo nella caduta dei livelli di estrogeni la causa principale.

Il sintomo più frequente e mal sopportato dalle donne è rappresentato dalla comparsa delle vampate di calore. Tale sintomo è presente in oltre l’80% delle donne che vanno in Menopausa fisiologica mentre colpisce più del 90% delle donne sottoposte ad asportazione chirurgica delle ovaie. Le vampate di calore si manifestano anche durante la notte contribuendo in tal modo ad aggravare altri disturbi, come ad esempio l’insonnia, che a lungo andare contribuisce all’insorgenza di ansia, irritabilità e in alcuni casi anche depressione.

Il deficit estrogenico determina anche una riduzione della vascolarizzazione e delle fibre elastiche a livello vulvare e vaginale, accelera il processo di demineralizzazione delle ossa, con conseguente osteopenia –ovvero riduzione della massa ossea – e osteoporosi, in quanto gli estrogeni favoriscono l’assorbimento di calcio a livello intestinale e il processo di mineralizzazione a livello dell’osso.

Una terapia a base di estrogeni sarebbe il trattamento più indicato nel ridurre la sintomatologia vasomotoria e vulvovaginale ma per molte donne esistono controindicazioni alla terapia ormonale sostitutiva per cui è necessario disporre di terapie alternative.

Negli ultimi tempi il mercato farmaceutico si è arricchito di numerosi integratori alimentari a base principalmente di fitoestrogeni derivati dalla soia a cui sono associate vitamine e altre sostanze vegetali, utili nell’alleviare i sintomi legati a questo delicato periodo nella vita della donna.

E’ opportuno tuttavia fare alcune precisazioni riguardo i fitoestrogeni in quanto non tutti hanno la stessa efficacia. Innanzitutto i fitoestrogeni sono composti di origine vegetale presenti in circa 300 piante. Per definizione sono molecole dotate di azione estrogenica, anche se molto meno potente di quella dell’estradiolo, il principale ormone estrogeno femminile. Le principali classi di fitoestrogeni comprendono gli isoflavoni, i lignani, i cumestani e i lattoni. Tra questi solo gli isoflavoni ed i lignani sono dotati di dimostrata attività biologica nell’uomo, gli altri sono attivi solo negli animali.

In particolare, rispetto agli altri fitoestrogeni, gli isoflavoni sono dotati di attività estrogenica più elevata. Sebbene con minore affinità, essi si legano al recettore degli estrogeni, formando un complesso recettoriale che funziona in modo simile.

Recenti studi hanno dimostrato la progressiva riduzione delle vampate e delle sudorazioni in seguito all’assunzione di fitoestrogeni. Per esercitare una protezione nei confronti delle vampate di calore dovrebbero essere utilizzate dosi di 45-90 mg di isoflavoni della soia, che significano circa 2-3 pasti a base di soia al giorno. Gli integratori di isoflavoni consentono una migliore gestione del dosaggio rispetto all’assunzione di cibi ricchi di soia, aspetto che si traduce in una maggiore efficacia. I risultati sono apprezzabili in modo più evidente dopo la seconda settimana di assunzione. Tali prodotti, inoltre, non determinano effetti collaterali.

Gli integratori a base di isoflavoni di soia reperibili in commercio non sono tutti uguali. E’ necessaria una scelta ben ponderata perché, insieme a prodotti di elevata qualità, si possono trovare prodotti di scarso livello qualitativo e tecnologico o non correttamente messi sul mercato.

Sono inoltre state commercializzate alcune formulazioni topiche a base di isoflavoni di soia con l’obiettivo di alleviare la sintomatologia vulvo-vaginale in postmenopausa. La disponibilità di preparati contenenti una adeguata dose di isoflavoni della soia si è dimostrata efficace nel migliorare in modo significativo le problematiche vulvo-vaginali.

Tra le altre azioni, gli estrogeni possiedono anche un’attività antiossidante, cioè inibiscono la formazione di radicali liberi. Anche i fitoestrogeni si sono dimostrati in grado di esercitare una spiccata attività antiossidante, antinfiammatoria ed antipertensiva.

Per la Menopausa inoltre, gli integratori a base di vitamina D e calcio sono indicati come coadiuvanti nella prevenzione dell’osteoporosi grazie all’azione combinata mirata ad aumentare l’assorbimento di calcio a livello intestinale e di accrescere la sua disponibilità a livello dell’osso, reso quindi meno fragile. Mentre gli integratori a base di vit. A, C, ed E sono quelli maggiormente in grado di esercitare un effetto benefico nei confronti del seno.

Pertanto, alla luce di quanto esposto, si ritiene l’uso degli integratori alimentari un valido aiuto per le donne in menopausa, in particolare a coloro che non fanno uso di terapie ormonali. Naturalmente la scelta del tipo di integratore da utilizzare, in accordo con il medico o il farmacista di fiducia, si dovrà basare sull’individuazione di quale sintomo/i si intenda alleviare.

Dott. Vincenzo de Leo, Ginecologo

Terza età: un aiuto dagli integratori

(Fonte: Raccomandazioni del Ministero della Salute sul corretto utilizzo degli integratori alimentati)

Gli integratori alimentari sono rappresentati da una vastissima gamma di prodotti. Quelli più diffusi sono gli integratori di vitamine e/o di minerali, di acidi grassi, di probiotici, di fibra e gli integratori o complementi alimentari a base di antiossidanti o di altri ingredienti costituiti da piante o derivati che, pur privi di valore nutritivo, sono tuttavia dotati di attività favorenti determinate funzioni e processi fisiologici compatibili con una finalità di tipo salutistico.Ecco una breve carrellata sulle principali tipologie di integrazione che possono essere utili durante la terza età:
Integratori a base di vitamine
In linea generale un’ alimentazione corretta ed equilibrata mette al sicuro da rischi di carenza da vitamine idrosolubili; le persone anziane sono un gruppo a rischio di carenza di vitamina D, sia per la mancanza di esposizione alla luce solare, sia per la diminuita capacità di sintesi endogena. Viene consigliata l’assunzione di 10 µg al giorno di vitamina D, soprattutto negli anziani istituzionalizzati. Per raggiungere tali livelli con la Dieta sarebbe necessario un consumo abbondante di pesce grasso e uova. In questo caso l’uso di integratori alimentari può essere utile per coprire i fabbisogni. La supplementazione di vitamina B12 è indicata nel caso di persone vegetariane strette perché essa è presente solo negli alimenti di origine animale e una sua carenza può essere responsabile di anemie e neuropatie, oltre di deterioramento delle capacità cognitive, specie nella terza età. Per tali ragioni l’integrazione con tale vitamina può essere consigliata anche negli anziani con stati di carenza per Dieta povera di alimenti di origine animale.
Integratori a base di minerali
Per quanto riguarda i minerali, iniziamo con uno sguardo ai fabbisogni di calcio, che nell’anziano sono più elevati rispetto all’individuo adulto in rapporto anche alla nota e frequente riduzione dell’assorbimento di micronutrienti con l’aumentare dell’età. In particolare nelle donne durante e dopo la menopausa, allorché la carenza di estrogeni determina una demineralizzazione ossea, è opportuno aumentare la quota di calcio da assumere. E’ sempre preferibile che l’aumento della assunzione di calcio avvenga mediante un maggior consumo di latte e derivati e di un’acqua ricca di calcio, essendo queste le fonti preferenziali di assunzione di calcio perché più biodisponibile. In caso di controindicazioni o difficoltà al consumo di questi alimenti, l’anziano può ricorrere a supplementi contenenti calcio. Va inoltre tenuto presente che il calcio per essere fissato nelle ossa, necessita della presenza di vitamina D anch’essa spesso carente nell’anziano specie se istituzionalizzato, non autosufficiente o costretto a letto. Per il ferro la supplementazione è raccomandata solo in situazioni di carenza accertata. Situazioni carenziali di ferro si osservano piuttosto frequentemente nei gruppi di popolazione a più elevato fabbisogno, come le donne in età fertile con perdite mestruali abbondanti o polimenorrea. Scegliere alimenti di origine animale (carne e pesce) nei quali il ferro è presente nella forma maggiormente biodisponibile (il cosiddetto “ferro eme”), consumare alimenti vegetali (legumi, indivia, radicchio verde) insieme a discrete quantità di vitamina C, che aumenta la biodisponibilità del “ferro non-eme” (si trova soprattutto nei vegetali), sono comunque i comportamenti da suggerire anche perché talvolta possono essere sufficienti per assicurare la copertura dei fabbisogni.Sul fronte dello iodio, si assiste a di uno stato di carenza endemica, per far fronte al quale va incoraggiato l’uso regolare di sale arricchito con iodio (sale iodurato/iodato) nell’alimentazione giornaliera. Situazioni carenziali di zinco invece possono verificarsi, oltre che a causa di una malattia genetica che ne determina un malassorbimento, in pazienti trattati a lungo con nutrizione parenterale, in portatori di by-pass intestinali o in persone anziane. Una supplementazione di zinco è indicata in presenza di una riduzione della risposta immunitaria, con aumento della suscettibilità alle infezioni e ritardo nella guarigione delle ferite. Le maggiori fonti alimentari sono rappresentate da carne, uova, pesce, latte e derivati, cereali.
Integratori di acidi grassi
Per quanto riguarda invece gli effetti benefici per l’organismo legati al consumo di alimenti ricchi di acidi grassi della serie omega-3 e omega-6 (mediante il consumo di pesce e olio di pesce), gli studi condotti finora evidenziano una relazione convincente tra apporti con la Dieta ricca di tali sostanze e la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie (WHO, 2003). Nell’anziano e soprattutto nell’adulto, se non viene consumato pesce in quantità adeguata, almeno tre volte alla settimana, può essere consigliabile l’integrazione con piccole quantità di omega-3 tramite integratori.
Integratori di fibra
La fibra alimentare è l’insieme dei componenti vegetali non digeribili dall’uomo. La frazione insolubile (cellulosa, emicellulosa e lignina) contenuta nei cereali integrali, ortaggi e verdura, agisce prevalentemente sul funzionamento del tratto gastrointestinale, ritardando lo svuotamento gastrico, facilitando la velocità del transito intestinale e l’evacuazione, svolgendo così un ruolo preventivo- protettivo verso alcune patologie come la stipsi, la diverticolosi e i tumori del colon-retto. La frazione solubile (pectine, gomme e mucillagini) degli ortaggi e della frutta, può ridurre e rallentare l’assorbimento intestinale di zuccheri e grassi formando dei gel resistenti, contribuendo così al controllo della glicemia e della colesterolemia. I valori medi di introduzione di fibra in Italia sono i 21-25 g/die, mentre quelli considerati ottimali sono 30 g/die. Per raggiungere i livelli raccomandati è consigliabile consumare più spesso alimenti ricchi in fibra (ortaggi, frutta, cereali e loro derivati non raffinati – cfr. Linee Guida per una Sana Alimentazione, 2003).

Bambini e integratori, come e quando

(Estratto dalle Raccomandazioni del Ministero della Salute sul corretto utilizzo degli integratori alimentati in età pediatrica)

Il maggior rischio nutrizionale nei primi due anni di vita nei paesi occidentali è rappresentato da un’alimentazione iperproteica, caratterizzata da uno scarso apporto di acidi grassi polinsaturi e da alcuni minerali – tra cui zinco e ferro – le cui carenze possono provocare conseguenze strutturali e funzionali a livello cerebrale.I micronutrienti, ovvero vitamine (A, B, C, D, E, K), minerali (calcio e fosforo) e oligoelementi (ferro, zinco, selenio e manganese) sono indispensabili per l’integrità e il corretto funzionamento del sistema immunitario, cerebrale e fisico, soprattutto durante la gravidanza e nei primi tre anni di vita del bambino, poiché il 70% del tessuto cerebrale si sviluppa durante la vita fetale e il restante 30% durante gli anni pre-scolari.È stato osservato, in bambini in aree urbane inglesi, che la supplementazione di ferro con formule arricchite, rispetto all’assunzione di latte vaccino, previene lo sviluppo di Anemia sideropenica e il declino dei punteggi di sviluppo psicomotorio riscontrato in tale popolazione nel corso del secondo semestre di vita. Un apporto ottimale di ferro nell’infanzia si associa positivamente agli indici di crescita e di sviluppo psicointellettivo. E’ importante assicurare un’assunzione di ferro tra i 6 e i 12 mesi di vita di 6-8mg al giorno.Per quanto riguarda il ruolo dello zinco – la cui mancanza è comune nei paesi in via di sviluppo ed è associata ad un ritardo di crescita, maggiore predisposizione alle infezioni e a carenze nello sviluppo psicomotorio, è simile a quello del ferro.Uno sguardo alle vitaminePer quanto riguarda le vitamine, tutti i lattanti, allattati al seno o artificialmente, dovrebbero ricevere una supplementazione di vitamina D. Nei bambini in età scolare e negli adolescenti una supplementazione è fortemente consigliabile per tutti fino al termine della crescita puberale, qualora non siano garantiti un adeguato apporto dietetico e una sufficiente esposizione alla luce del sole.E’ necessario evidenziare che per il corretto sviluppo osseo, oltre ad una adeguata assunzione di vitamina D, è necessario un apporto di calcio e fosforo.Acido folico: l’evidenza scientifica relativa all’utilità è legata alla prevenzione dei difetti del tubo neurale nella popolazione neonatale; l’acido folico contenuto negli integratori ha di solito una biodisponibilità doppia rispetto a quella del folato presente negli alimenti. Un secondo rilevante ruolo dell’acido folico è nella prevenzione della ipermocisteinemia, che può indurre lo sviluppo di condizioni che favoriscono malattie cardiovascolari.Per quanto riguarda la vitamina A, è indispensabile per il meccanismo della visione e per la differenziazione cellulare. E’ indispensabile per la crescita, la riproduzione e l’integrità del sistema immunitario.La vitamina B6 invece è importante per il metabolismo proteico, per la trasformazione del triptofano in niacina e per la formazione dei neurotrasmettitori.

L’acido ascorbico o vitamina C è una vitamina idrosolubile importante per la sintesi del collagene. Ha un potente effetto antiossidante e promuove l’assorbimento del ferro.

Fluoroprofilassi: poiché la carie dei denti da latte influisce negativamente sulla dentatura definitiva, l’attuale fuoroprofilassi è mirata alla minima somministrazione di fluoro protettiva per la carie e che non induca fluorosi. Secondo le Linee Guida della Società Italiana di Odontoiatria Infantile, l’assunzione raccomandata è da due settimane a due anni di una compressa da 0.25mg o l’equivalente in gocce; da due a quattro anni una compressa da 0.50mg; da 4 fino a 12 anni una compressa da 1 mg.

Lo iodio fa parte delle molecole degli ormoni tiroidei e la sua principale funzione è assicurare all’organismo una normale funzione tiroidea per il corretto processo di crescita e morfogenesi di organi e apparati.

Il rame è un altro elemento essenziale per il metabolismo energetico a livello cellulare, per la produzione di tessuto connettivo e per la sintesi di peptici neuroattivi.

Gli acidi grassi

Integratori di acidi grassi: secondo i più recenti dati sperimentali, anatomopatologi e clinici, l’acido arachidonico e l’acido docosaesaenoico avrebbero un ruolo nello sviluppo del tessuto nervoso; la funzione di tali acidi grassi nell’infanzia è stata considerata in termini di raccomandazioni dietetiche da parte di numerosi organismi e comitati internazionali. Secondo gli esperti, il fabbisogno giornaliero dovrebbe essere circa lo 0.3% dell’energia giornaliera totale. Le principali fonti lipidiche di acido arachidonico e acido docosaesaenoico sono costituite da olio di pesce e uovo. Gli effetti più vantaggiosi dell’integrazione di questi due acidi grassi vengono osservati nella fenilchetonuria e nella fibrosi cistica.

Bambini e sport, quale alimentazione?

L’attività sportiva è un elemento fondamentale affinché i bambini crescano sani e forti.
Fare movimento in maniera regolare, infatti, non solo apporta benefici all’organismo contribuendo ad uno sviluppo armonico dei muscoli e dello scheletro del bambino, ma favorisce anche un corretto funzionamento del metabolismo, per mantenersi in forma evitando il sovrappeso.
Consente inoltre ai bambini di stare all’aria aperta, di socializzare, di sviluppare uno spirito di squadra e di stimolarli nel rafforzare il carattere verso la resistenza e il raggiungimento degli obiettivi che anche nello sport si decide di raggiungere. Un piacere, un divertimento e allo stesso tempo un approccio educativo che aiuterà i bambini ad affrontare meglio la vita di tutti i giorni.

L’alimentazione di un bambino che svolge una regolare attività fisica non deve essere diversa da quella degli altri bambini o da quella degli adulti che praticano sport; semplicemente va calibrata in base alla disciplina che ha scelto di praticare e alla sua intensità. Se infatti il bambino svolge un’attività fisica non agonistica, non è necessario aumentare l’introito calorico o apportare dei cambiamenti radicali alla dieta. Tutto comunque dipende dallo stile di vita complessivo del bambino e dalle abitudini alimentari che vengono adottate in famiglia.

Nei casi in cui il bambino svolga un’attività fisica particolarmente intensa, che significa per almeno un’ora tre volte la settimana, si potrà sicuramente concedere qualche caloria in più. Gli alimenti consigliati sono quelli della normale alimentazione: carboidrati semplici come quelli contenuti nella frutta, quelli complessi come quelli della pasta dei prodotti da forno, proteine, grassi, frutta e verdura ricchi di fibre e vitamine. Molto importante che il bambino beva molto per reidratarsi e recuperare i sali minerali che si tendono a perdere con la sudorazione.
Affinché l’alimentazione non interferisca con il corretto svolgimento dell’attività fisica è importante anche scegliere l’ora giusta in cui mangiare: meglio tre ore prima di fare sport in modo che l’organismo riesca a iniziare la digestione. Il pasto dovrebbe inoltre essere equilibrato e leggero evitando alimenti ricchi di grassi e di zuccheri. Si può anche scegliere di mangiare dopo aver fatto sport, entro 2 o 3 ore, e in questo caso il pasto dovrebbe essere ricco di carboidrati.

Mangiare in maniera corretta non è difficile, basta scegliere i cibi in maniera accurata e razionale, leggere attentamente le etichette per sapere bene cosa si mangia, individuare le giuste quantità per sopperire in maniera corretta al quotidiano bisogno energetico. Evitare infine gli eccessi, di zucchero, di sale, di quantità. Mangiare di tutto un po’ è il giusto compromesso arricchendo la Dieta con alcuni cibi crudi e colorati come frutta e verdura ricche di sostanze preziose per l’organismo. Infine bere tanta acqua,succhi di frutta e spremute.

In alcuni casi può anche essere utile integrare l’alimentazione con alcune sostanze come la vitamina D che, in età scolare e negli adolescenti è importante fino al termine dello scatto di crescita puberale nei casi in cui il bambino non sia sufficientemente esposto alla luce sola e non ne assuma le giuste quantità con l’alimentazione. Per favorire il corretto sviluppo osseo, oltre alla vitamina D è importante anche un’assunzione adeguata di calcio e fosforo.
Altre sostanze importanti sono la vitamina C fondamentale nella sintesi del collagene e per il suo ruolo nel favorire l’assorbimento del ferro. Infine non bisogna dimenticare il fluoro per la sua azione protettiva dei denti dalla carie che potrebbe avere conseguenze negative anche sulla dentatura definitiva.

Una regola importantissima per l’alimentazione dei bambini, anche dei piccoli sportivi, è quella del “3+2” che prevede, oltre ai tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) due mini pasto a metà mattina e metà pomeriggio. La prima colazione dovrebbe rappresentare il 20% dell’introito calorico giornaliero; il pranzo il 35/40%, la merenda il 10%; la cena il 25/35%.
Le regole della corretta alimentazione di un bambino che fa sport, non sono quindi molto diverse da quelle degli adulti. Non si tratta infatti di modificare la composizione della Dieta ma rispettare alcune semplici regole che garantiscono all’organismo in crescita un apporto equilibrato e corretto di tutti i nutrienti.

( Fonte: Raccomandazioni del Ministero della salute sul corretto utilizzo degli integratori alimentari )

( Fonte: Progetto Guadagnare Salute del Ministero della Salute www.salute.gov.it )

Estate, amica dei bambini

All’inizio della stagione estiva giunge finalmente, per la maggior parte delle persone, il tanto atteso momento delle vacanze. Tuttavia il periodo estivo non è esente da alcuni possibili rischi che è bene non sottovalutare.
Il caldo elevato innanzitutto può rappresentare per alcune fasce di popolazione, come bambini e anziani, un serio pericolo a causa della forte disidratazione che può provocare.
Per quanto riguarda i bambini in particolare, è fondamentale mantenerli sempre ben idratati: è quindi importante prestare la massima attenzione ad alcuni segnali di disidratazione, come il pianto senza lacrime, gli occhi leggermente incavati, la pelle disidratata al tatto e la scarsa produzione di urina. Il bambino indicativamente urina quattro volte al giorno urine chiare: se il colore è invece giallo intenso e con un odore forte, significa che il bambino non ha bevuto a sufficienza, e che non ha liquidi nell’organismo in quantità adeguata. Ecco perché quando si intraprende uno spostamento, anche breve, è necessario avere sempre con sé acqua e “cibi idratanti”, cioè ad alto contenuto di acqua, come frutta e verdura.
Per prevenire la disidratazione a tutte le età è quindi indispensabile bere molto – l’acqua è la nostra principale fonte di idratazione – e consumare frutta e verdura.

Ma perché l’acqua è tanto importante?

Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento della vita ed è anche il liquido presente in maggior quantità. La sua presenza è indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo. Inoltre, l’acqua entra nella struttura di varie sostanze e agisce da solvente per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolgendo un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’utilizzazione degli stessi nutrienti. L’acqua è anche il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie ed è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea. Agisce inoltre come “lubrificante” e ha funzioni di ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione) e garantisce la giusta consistenza del contenuto intestinale. Dato che in pratica non vi è alcun sistema all’interno dell’organismo che non dipenda direttamente dall’acqua, è facile intuire che mantenere un giusto equilibrio del nostro “bilancio idrico” (cioè del rapporto tra le “entrate” e le “uscite” di acqua) è fondamentale per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.

Oltre all’acqua, ritenuta in assoluto la migliore soluzione per l’idratazione, è possibile rendere la sete un momento gustoso grazie a prodotti come il miele o il fruttosio. Tra le bevande amiche dei bambini – e non solo – troviamo anche succhi, spremute, centrifugati, tè verde (che ha un contenuto molto limitato di teina) e tè deteinato, karkadè, infusi, frappé di frutta.
Prima di fare giocare i bambini all’aperto nelle giornate più calde, assicurarsi sempre che il bambino assuma un’adeguata quantità di acqua e, se l’attività fisica si prolunga oltre un’ora e il clima è molto umido, è opportuno somministrare bevande contenenti zuccheri e sali minerali.

Infine alcuni suggerimenti della Federazione Italiana Medici Pediatri per affrontare in tutta sicurezza le vacanze estive:

  • al mare o in montagna, usare costantemente creme a fattore di protezione superiore a 15 SPF. Si deve ricordare di applicare la crema almeno ogni 2 ore, soprattutto se il bambino suda molto. E’ stato calcolato che l’80 % dell’esposizione solare nella vita avviene nei primi 20 anni di vita, e questo spiega perché dobbiamo essere attenti a ridurla il più possibile. Evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata ( tra le 11 e le 16).
  • Prevenire le punture di insetti: l’estate è il momento delle zanzare, che ormai pungono anche di giorno, ma anche di api, zecche e acari. Attenzione ai ristagni di acqua vicino ai luoghi dove giocano i bambini, che vanno comunque protetti con dei repellenti per insetti adatti alla loro età.
  • In piscina o al mare, sorvegliate sempre i bambini che si trovano in prossimità dell’acqua (anche bassa) e ricordate che l’ambiente umido favorisce la diffusione di germi. I bambini molto piccoli, proprio per il fatto di portare il pannolino, possono facilmente trasmettersi l’un l’altro dei germi, che passano attraverso la condivisione dell’acqua delle piscine. La clorazione dell’acqua non sempre è sufficiente ad impedire il passaggio di germi patogeni. Meglio quindi evitare ai bambini piccolissimi l’uso di piscine comuni, e disinfettate bene le piccole piscine di uso domestico.
  • Nei bambini più grandi, così come negli adulti, il periodo estivo favorisce l’insorgenza delle otiti esterne. Il ristagno d’acqua nell’orecchio crea un ambiente ideale per la crescita di germi: per prevenire le infezioni controllate sempre che i bambini si asciughino le orecchie, evitando l’uso di bastoncini cotonati, e, se si frequentano spesso piscine o giochi acquatici, applicare qualche goccia di vaselina all’imbocco del condotto prima del bagno, o pulire il condotto dopo il bagno con una soluzione lievemente acida (anche acqua e aceto).
  • Create un programma di impegni e attività, ad esempio sul calendario, che creerà un’attesa e per cui i bambini si possono preparare, stimolando così la loro immaginazione. Cercate di impiegare il loro tempo facendovi aiutare durante la giornata in piccoli compiti e tenete a disposizione materiali che possono usare in attività creative (cartone, colori, forbici) oltre a tanti libri da leggere nelle giornate in cui non è possibile uscire.
  • Attenzione alle infezioni da alimenti. Nel periodo estivo i germi crescono meglio per le alte temperature. Ricordatevi sempre di lavare bene le mani prima di manipolare gli alimenti. Carne, pesce e uova devono essere preparate su piani separati dalle verdure e, cotti ad alte temperature subito prima di essere serviti. Le superfici della cucina devono essere accuratamente disinfettate con soluzioni clorate. Evitate di dare ai bambini alimenti più a rischio quali carni poco cotte o alimenti preparati in anticipo e conservati in frigorifero insieme ad alimenti crudi.

Caldo africano! Mi sento proprio giù

Le alte temperature del caldo estivo possono provocare disagio ed effetti sfavorevoli a tutte le età. In particolare il caldo diventa un pericolo se:

  • la temperatura esterna supera i 32-35 gradi e si accompagna ad un elevato grado di umidità, che impedisce la regolare sudorazione; da sottolineare che spesso la temperatura in casa è superiore a quella esterna, se ci si trova in locali non ben ventilati e con tetti e solai non ben isolati.

Sotto la pressione del caldo afoso, soprattutto nelle città, è ancora più importante seguire un’alimentazione sana ed equilibrata per superare al meglio anche la giornata più afosa. I cibi che non possono mancare nel periodo estivo sono: frutta e ortaggi, per l’alto contenuto di acqua, per l’apporto vitaminico e minerale, soprattutto potassio, dotato di effetto antiastenico (cioè antifatica) e per reintegrare le eventuali perdite dovute alla sudorazione; indispensabile e abbondante l’assunzione di acqua.

La maggiore sudorazione, peraltro oltre all’acqua, implica una consistente perdita di sali minerali, che si può correggere consumando frutta e verdura fresca e colorata: nelle albicocche ad esempio troviamo potassio e carotenoidi, ma soprattutto tantissima vitamina A, importante elemento antiossidante. Per aiutare a combattere la sete è bene non far mancare anche una buona porzione di melone e anguria, molto ricchi di acqua, sali minerali, carotenoidi e vitamina C. Nelle ciliegie, invece si può trovare potassio e calcio per le ossa, e nelle carote, oltre al carotene che favorisce l’abbronzatura, vi sono potassio e fibra; esse hanno anche il grande vantaggio di esserci tutto l’anno, come i cavoli, il sedano e la cicoria. Mentre il re delle insalate italiane d’estate è il pomodoro, ricco di licopene, importante antiossidante.

Come già ricordato, è importante poi bere molto, in particolare acqua, almeno 1,5-2 litri al giorno e anche di più se si suda molto; meglio evitare le bevande ghiacciate, i cibi troppo elaborati e gli alcolici.
Ma il caldo Influenza anche la circolazione delle gambe, soprattutto delle donne. Gambe pesanti, formicolii, piedi e caviglie gonfi, capillari in evidenza sono i sintomi che arrivano con l’aumento della temperatura. La circolazione si affatica, perché rallenta la sua marcia di ritorno verso il cuore. Il caldo infatti aumenta la sudorazione e fa perdere, per evaporazione, molti liquidi così il sangue diventa più denso e si crea un ristagno nelle vene.

I consigli: praticare almeno 40 minuti di attività fisica al giorno; modificare la propria dieta, più pesce e meno carne, meno grassi, frutta e verdura in gran quantità, niente fumo e poco caffè. Integratori salini, utili se si suda molto e ricorrere ad altre sostanze come i bioflavonoidi di origine vegetale che possono essere d’aiuto nell’attenuare sintomi di stanchezza, pesantezza e formicolii.

10 regole per affrontare il caldo estivo

  1. evitare di uscire e di svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata (dalle 11.00 alle 17.00)
  2. aprire le finestre al mattino e abbassare le tapparelle o socchiudere le imposte
  3. rinfrescare gli ambienti in cui si soggiorna
  4. coprirsi quando si passa da un ambiente molto caldo a uno con aria condizionata
  5. indossare indumenti chiari, non aderenti e di fibre naturali
  6. proteggersi con cappellino e occhiali da sole
  7. bagnarsi subito con acqua fresca in caso di mal di testa provocato da un colpo di sole o di calore
  8. consultare il medico se si soffre si pressione alta (ipertensione arteriosa) e non interrompere o sostituire di propria iniziativa la terapia
  9. ricordarsi di bere spesso
  10. ricorrere per un aiuto agli integratori salini

Focus terza età: corretta alimentazione, sport e integratori per affrontare i primi caldi

Entrare nella terza età non significa invecchiare, ma affrontare un naturale processo di cambiamento del proprio stato psico-fisico, così come avvenuto progressivamente in tutte le fasi precedenti della vita. L’invecchiamento è un fenomeno complesso in cui giocano un ruolo determinante differenti fattori, quali ad esempio ambiente, malattie, attività fisica, nutrizione e componenti genetiche. Mentre alcuni di essi sono immodificabili, su altri si può invece intervenire in maniera consapevole. Semplici accorgimenti rispetto alla conduzione del proprio stile di vita, aiutano ad affrontare nel modo corretto i classici malanni di stagione che, con il passare degli anni, possono maggiormente incidere nella qualità della vita quotidiana.

Uno di questi, e forse il principale, è l’alimentazione. La prima regola è infatti quella di seguire nell’arco di tutta la vita un’alimentazione varia ed equilibrata: il che significa saper scegliere che cosa mangiare e in quale misura. Nutrirsi in modo corretto e con le giuste proporzioni è una delle condizioni principali per affrontare al meglio i disturbi legati ai cambi di stagione. E’ ormai noto che col passare degli anni si riduca progressivamente l’efficienza dell’apparato digestivo nell’assorbire vitamine, proteine e minerali. Oltre all’indicato consumo di frutta e verdura, si può trovare un valido aiuto negli integratori alimentari. Questi alimenti possono infatti essere utili a colmare possibili stati di carenza e a coadiuvare le funzioni fisiologiche dell’organismo, evitando ripercussioni negative sullo stato di salute: tra le necessità più comuni nella terza età quella di calcio e vitamina D, sostanze indispensabili per contrastare l’indebolimento delle ossa e prevenire il rischio di fratture. Allo stesso modo, sono importanti gli antiossidanti come lo zinco, il selenio e le vitamine A, C, E. *

Da non dimenticare inoltre che una corretta idratazione è una colonna portante del benessere dell’organismo e, soprattutto in vista dei primi caldi, diventa ancora più importante. Infatti bere adeguatamente (da un litro e mezzo ai due litri al giorno) favorisce l’eliminazione delle sostanze di rifiuto dall’organismo, promuove un’adeguata lubrificazione delle articolazioni.

Oltre alle attenzioni che possiamo quindi dedicare alle sane abitudini a tavola, si può trovare un buon alleato per uno stato di benessere anche nel movimento. Non è una novità che l’attività fisica, insieme ad una buona alimentazione, può essere utile nel rafforzamento delle difese immunitarie e nei confronti delle infezioni. Praticare attività di potenziamento come pilates, stretching e yoga, oppure anche solo una semplice ginnastica dolce aiuta a favorire forza, equilibrio e flessibilità. I benefici del fitness non influiscono quindi positivamente solo sullo stato fisico, ma anche su quello dello spirito: resistenza e vigore – di testa e di corpo – aiuteranno ad affrontare meglio il passare degli anni e, grazie a queste semplici regole, si potrà raggiungere uno stato di benessere complessivo che possa favorire e facilitare il passaggio di stagione e i malanni ad esso associati.

“Dipende da noi essere in un modo piuttosto che in un altro.
Il nostro corpo è un giardino, la volontà il giardiniere.
Puoi piantare l’ortica o seminare la lattuga,
mettere l’issopo ed estirpare il timo,
far crescere una sola qualità di erba o svariate qualità,
lasciare sterile il terreno per pigrizia o fecondarlo col lavoro.
Il potere e l’autorità dipendono da noi.”

(William Shakespeare, Otello, atto I, scena III)

* Fonti: Raccomandazioni del Ministero della Salute; European Food Safety Authority (EFSA)