Donne e benessere, dalla giovinezza alla menopausa

Secondo i dati recentemente presentati nell’ambito del “Rapporto sullo stato di salute delle donne in Italia” elaborato dal Ministero della Salute, le donne italiane rappresentano il 51% della popolazione, pari a circa 30 milioni di persone, di cui il 4% straniere. Quasi metà delle donne lavora: una su quattro ha un orario flessibile, mentre quindici anni fa solo 14 donne su 100 lavoravano part-time. Pur a fronte di una maggiore flessibilità nel lavoro, che apparentemente consente di meglio conciliare vita professionale e vita privata e familiare, la donna di oggi ha uno stile di vita che la espone a fattori di rischio importanti: stress, alimentazione spesso poco salutare e frettolosa, limitata attività fisica, fumo (quasi una donna su cinque è abituale fumatrice).

I risultati di questo stile di vita parlano chiaro: secondo le stime del Rapporto, oltre una donna su quattro è in sovrappeso, con un 10% di obese; quasi la metà delle donne non pratica alcuna forma di attività fisica e solo il 16% dichiara di fare sport in modo continuativo.

E’ indubbio che il mantenimento di uno stato di benessere nel corso della vita passi proprio attraverso queste variabili: equilibrio nell’alimentazione, una giusta dose di esercizio fisico, cura della propria persona sotto il profilo mentale e psichico.

Vi sono tuttavia fasi della vita della donna dove il cambiamento fisiologico e psicologico è particolarmente delicato ed è necessario prestare una maggiore attenzione alla propria alimentazione per mantenere uno stato di ben-essere: il rapido sviluppo dell’adolescenza e la comparsa del ciclo mestruale, il periodo della gravidanza e dell’allattamento, la delicata fase della menopausa.

Gli studi sugli apporti nutrizionali evidenziano spesso una carenza cronica di alcuni elementi nelle donne – in particolare ferro, acido folico, calcio – durante la giovinezza e in età adulta. Le diete a basso apporto calorico e quelle dimagranti, i disordini alimentari e la scelta di regimi vegetariani rendono “il gentil sesso” ancora più esposto a rischi di squilibri nutrizionali.

Durante la crescita il calcio è tra gli elementi principali per la mineralizzazione delle ossa e lo sviluppo dello scheletro. Le fonti principali di calcio sono il latte, i formaggi, lo yogurt e, in misura minore, le verdure verdi. Sembra che alcuni bambini e adolescenti riducano il loro apporto di calcio proprio nel momento in cui il loro organismo ne ha più bisogno e questo, combinato ad una diminuzione dell’attività fisica, ha un impatto negativo sulla salute delle ossa. Anche le vitamine B6, B12, C e specialmente la D3aiutano a costruire il la struttura ossea su cui si deposita il calcio. È infatti necessario assicurare un adeguato apporto di calcio in questo stadio dello sviluppo scheletrico.

Le donne in età fertile hanno bisogno di un aumentato apporto di ferro che, se non adeguatamente assunto, può determinare anemia; per questo è importante non solo fare ricorso ad alimenti ricchi di ferro, ma anche che questo sia assunto in grandi quantità ed in forma facilmente assimilabile. Il ferro di origine animale si trova nella carne e nei suoi derivati e viene ben assimilato dall’organismo. Tra le fonti di ferro di origine vegetale, meno assimilabile, vi sono le verdure verdi, i fagioli secchi, le arachidi e i cereali da colazione arricchiti di vitamine e minerali. Molto importante è anche l’assunzione di vitamina C perché aiuta l’assorbimento del ferro di origine vegetale.

Prima di affrontare una gravidanza, le donne dovrebbero assumere quotidianamente dell’acido folico per ridurre il rischio di concepire un figlio affetto da malformazioni dell’apparato neurologico, quali ad esempio la spina bifida. Viene infatti consigliato di assumere almeno 0,4 mg al giorno di acido folico sotto forma di integratori, di alimenti arricchiti o di entrambi, oltre a consumare alimenti che lo contengono tra cui la crusca e le verdure verdi crude.

Durante la gravidanza invece i micronutrienti, ovvero vitamine (A, B, C, D, E, K), minerali (calcio e fosforo) e oligoelementi (ferro, zinco, selenio e manganese) sono indispensabili per l’integrità e il corretto funzionamento del sistema immunitario, cerebrale e fisico, soprattutto poiché il 70% del tessuto cerebrale del bebè si sviluppa durante la vita fetale e il restante 30% durante gli anni pre-scolari. Il periodo dagli ultimi tre mesi di gestazione ai primi tre anni d’età del bambino è quello più a rischio di malnutrizione e diventa indispensabile assicurare un’alimentazione ottimale. Il ferro, lo zinco, il selenio e il rame, insieme a varie vitamine (A, E, C, D, B2, B6, acido folico), sono indispensabili per lo sviluppo del sistema immunitario; il calcio, il fosforo e le vitamine A, C, D e K contribuiscono a mantenere l’integrità e la mineralizzazione delle ossa.

Dal momento che l’aspettativa di vita per le donne è aumentata (più che per gli uomini) fino a superare l’età di 80 anni e dato che l’età della Menopausa non è sostanzialmente cambiata, le donne possono passare circa 30 anni – quasi un terzo della loro vita – in uno stato di post menopausa. In questo periodo la ridotta produzione di estrogeni è associata alla rapida perdita di tessuto osseo e alla comparsa dell’osteoporosi dopo i cinquant’anni. Alcuni consigli utili per fronteggiare le problematiche legate alla menopausa: svolgere una regolare attività fisica; preferire cibi e bevande ricche di calcio (formaggi, yogurt e latte), facendo però sempre attenzione ai livelli di grassi nel sangue; scegliere cavoli, bietole, radicchio, frutta secca, legumi e acque minerali ricche di calcio e alimenti come il pesce, ricchi di vitamine D; utilizzare se necessario integratori alimentari su consiglio del medico; evitare il consumo di alcolici e il fumo di sigaretta; esporsi con cautela all’azione benefica dei raggi solari.

È quindi essenziale promuovere abitudini nutrizionali sane fin dalla prima giovinezza, svolgere un adeguato esercizio fisico, curare il proprio benessere mentale: le scelte di stili di vita fatte da giovani possono abbassare le probabilità di sviluppare Osteoporosi e altre malattie croniche e invalidanti durante la vecchiaia, contribuendo a mantenersi in salute il più a lungo possibile.

Alimentazione e sonno: la ricetta per cadere nelle braccia di morfeo

Un buon riposo notturno dipende da diversi fattori; un ruolo importante è certamente giocato dall’alimentazione. Una recente indagine evidenzia quali alimenti sono utili a combattere l’insonnia e quali invece da evitare.

Verdura, frutta, carboidrati, uova e latticini: questi i cibi di elezione per assicurarsi un sonno benefico e duraturo. Alla sera è preferibile consumare pasta, riso, orzo e pane perché ricchi di triptofano, un aminoacido che stimola la sintesi della serotonina, il neurotrasmettitore cerebrale che favorisce il rilassamento. Via libera anche a legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi. La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione Tre le verdure invece preferire la lattuga, la zucca, le rape, i cavoli, il radicchio rosso e l’aglio.

Da non dimenticare anche i rimedi della nonna, primo tra tutti il classico bicchiere di latte caldo: anche questo alimento, grazie al triptofano contenuto, favorisce il rilassamento e il sonno Se poi il latte viene zuccherato il sonno è garantito, perché lo zucchero facilita l’assorbimento del triptofano.

Infine un piccolo dolcetto, ricco di carboidrati semplici, svolge un’azione distensiva, analogamente a  infusi e tisane a base di erbe dolcificati con miele, che inducono un’atmosfera di relax e di tranquillità che predispone al sonno.

Vale la pena sottolineare due ulteriori due aspetti, prettamente legati al buonsenso: evitare durante la sera pasti “pesanti” e limitare il consumo di cibi ricchi di sodio e sostanze eccitanti,  quali spezie (es. curry, pepe, paprika), caffè, the, cacao e superalcolici.

Ecco in sintesi un breve decalogo per un buon riposo (*)

–  Dormire solo il tempo sufficiente per un’adeguata efficienza nel giorno successivo

–  Coricarsi a orari regolari la sera e alzarsi sempre alla stessa ora al mattino

–  Non recuperare il sonno con sonnellini pomeridiani

–  Svolgere un moderato esercizio giornaliero, ma non nelle ore precedenti il sonno

–  Non dormire in ambienti troppo rumorosi, né troppo caldi, né troppo freddi

–  Non assumere cronicamente pillole per dormire

–  Non assumere sostanze stimolanti la sera

–  Non bere alcolici la sera

–  Andare a letto solo se si ha sonno

–  Non svolgere attività mentali troppo impegnative

–  Utilizzare il letto solo per dormire

(*) Consensus Italiana dei medici di medicina generale,  Dis. Manage Health Outcomes 2005; 13 Spec. Issue 1:3-33

Benvenuta primavera! Come vivere bene il cambio di stagione

L’arrivo della primavera può in alcuni casi portare con sé stati di squilibrio psico-fisico con conseguenti situazioni di disagio e malessere. Lo affermano anche recenti indagini: la cosiddetta sindrome del “mal di primavera”! Senso di affaticamento, astenia, svogliatezza che può portare a disturbi di umore, sono sintomi sempre più frequenti. Ma un po’ di movimento all’aria aperta e un’alimentazione attenta possono aiutare a superare il cambio di stagione. Sono in particolare le variazioni climatiche, l’innalzamento della temperatura e il prolungamento delle ore di luce a comportare uno sforzo di adattamento dell’organismo che, con l’inizio della stagione, si traduce nella tipica sensazione di stanchezza. Questa si protrae per tutto il mese di aprile per scomparire a maggio, quando la bella stagione è ormai consolidata sotto tutti i suoi aspetti.

La luce rappresenta l’elemento meteorologico che maggiormente Influenza la nostra vita, agendo direttamente sull’organismo. Il nostro orologio biologico è infatti influenzato dalla luce solare attraverso un ormone – melatonina – che regola il ciclo sonno-veglia, indicando al nostro corpo la fase del riposo. La luce, inibendo la produzione di melatonina, induce a un surplus di lavoro che può in alcuni casi generare quella sensazione tipica d’affaticamento del cambio di stagione.
Con l’aumento delle ore di luce anche gli stili di vita subiscono delle variazioni; se durante la stagione invernale si tende a considerare conclusa una giornata intorno alle 18-19, con l’arrivo della primavera e dell’ora legale si posticipano le attività anche di un paio d’ore, cosa che contribuisce non poco alla sensazione di stanchezza!

Anche la pressione arteriosa può subire modificazioni che contribuiscono alla sensazione di spossatezza e astenia. L’aumento della temperatura può provocare in soggetti particolarmente sensibili, un abbassamento della pressione che genera stanchezza cronica, senso di inadeguatezza fisica, vertigini, sonnolenza dopo i pasti e, in alcuni casi, forti mal di testa. Altro fenomeno da non sottovalutare è rappresentato dalla fioritura delle piante e dalle conseguenti allergie al polline che esse producono.

Nei soggetti allergici alcune sostanze introdotte attraverso la respirazione, l’alimentazione o semplicemente per contatto cutaneo vengono riconosciute pericolose per l’organismo, di conseguenza vengono prodotti anticorpi specifici contro di esse. Ai contatti successivi si possono manifestare reazioni più o meno violente: eruzioni cutanee, starnuti, difficoltà di respirazione. Le malattie di natura allergica hanno manifestazioni così diverse che non esiste un trattamento uguale per tutte; tuttavia data la loro origine comune si è potuto stabilire un comune metodo di prevenzione: l’individuazione della sostanza che ha provocato la malattia. Cosa non sempre facile!

Ma allora in generale cosa fare per combattere in modo naturale la sindrome del mal di primavera? Dedicare più tempo a se stessi per il proprio benessere psicofisico, programmando un momento della giornata alla cura del proprio corpo o all’hobby preferito per combattere tensione e irritabilità. Ascoltare i segnali che arrivano dal corpo. Anche piccoli malesseri, disturbi digestivi etc non devono essere trascurati ma, se possibile, prevenirli, perché potrebbero essere sintomo di una leggera depressione; meglio individuarli prevenirli e non trascinarli per mesi. Combattere la pigrizia, con un po’ di moto, senza tuttavia sottovalutare il bisogno di riposo e sonno per l’organismo

Gli esperti consigliano un’alimentazione leggera soprattutto la sera, senza tè, caffè e cioccolata in quanto contengono sostanze eccitanti che possono causare insonnie; preferire alimenti come cereali, insalate, limoni e agrumi, miele. Bere di frequente e tanto, preferibilmente acqua, per idratare l’organismo e aiutarlo a eliminare le tossine accumulate nei mesi invernali. Un aiuto può venire dagli integratori: indicati sali minerali e vitamine del gruppo B e C; ginseng come energizzante e ginko biloba per favorire la concentrazione.

Gli integratori utili per contrastare la caduta dei capelli

I nostri capelli sono fatti di minerali, grassi, proteine, acqua, tutte sostanze contenute negli alimenti e fondamentali per salvaguardare la salute e l’aspetto della nostra capigliatura. L’alimentazione è importante per tutte le funzioni del nostro organismo, ed abbiamo già visto quanto sia indispensabile alla costituzione e alla crescita dei nostri capelli. Le carenze nutritive e gli sbalzi improvvisi di peso dovuti a diete dimagranti drastiche indeboliscono i nostri capelli rendendoli più fragili e sensibili, li privano di lucentezza, morbidezza e vitalità, ne riducono il diametro e, nei casi più estremi, ne causano anche la caduta (il cosiddetto “defluvium”).
Bisogna inoltre prestare particolare attenzione soprattutto alle carenze alimentari di acidi grassi essenziali (EFA), vitamine, ferro: è proprio per questo che spesso si ricorre all’utilizzo di integratori alimentari.
Gli integratori possono essere utili per contrastare la caduta diffusa dei capelli in fase “telogen” o fase di riposo. Vengono di solito associati a cure specifiche topiche allo scopo di creare una sinergia d’azione.

Gli integratori risultano utili:

  • come coadiuvanti ad una terapia specifica anticaduta, poiché integrano alcune carenze evidenziate dagli esami del sangue;
  • in tutti quei casi in cui la perdita o i problemi dei capelli sono legati a stress, debilitazione fisica dovuta a una lunga malattia, all’uso di certi farmaci come gli antibiotici, o nel caso ci si sia sottoposti ad una dieta drastica.
  • ai cambi di stagione, nei quali i capelli risentono degli sbalzi ormonali tipici di questi periodi dell’anno;
  • nella caduta di capelli che colpisce le donne dopo una gravidanza (effluvium post-partum);
  • in caso di seborrea (eccesso di sebo che rende untuosa e maleodorante la capigliatura);
  • nella perdita di capelli causata da trattamenti antitumorali (come la Radioterapia e la Chemioterapia).

In base al meccanismo d’azione gli integratori possono essere distinti principalmente in quelli aventi:

  • Azione sul microcircolo
  • Azione di tipo trofico
  • Azione antiossidante
  • Ottimizzazione della fase catagen (è la fase transitoria che segnala la fine della crescita del capello)
  • Contrasto dell’infiammazione peribulbare

Ecco una carrellate delle principali sostanze utili alla crescita e al rinforzo della capigliatura:

OLIGOPROANTOCIANIDINE (OPC)
Sono dei flavonoidi contenuti in elevata quantità nei semi d’uva rossa, prontamente assorbite e dotate di una elevata biodisponibilità (a differenza di altri bioflavonoidi); presentano:

  • AZIONE VASOPROTETTIVA
    Le OPC migliorano la microcircolazione, cui si deve il trasporto dei nutrienti
  • AZIONE ANTIOSSIDANTE
    Le OPC proteggono il follicolo dai radicali liberi

CATECHINE
Sono flavonoidi estratti dalle foglie essiccate del thè verde.
L’attività biologica delle catechine è attribuibile ai suoi componenti polifenolici e hanno:

  • AZIONE ANTIOSSIDANTE
  • AZIONE ANTINFIAMMATORIA

TAURINA
E’ un aminoacido solforato essenziale, prodotta dall’organismo a partire dalla CISTEINA.
MECCANISMO D’AZIONE:

  • Regolazione sintesi collagene
  • Regolazione del metabolismo del tessuto connettivo peripilare
  • Limita le alterazioni della guaina connettivale del bulbo che si manifestano nell’invecchiamento del cuoio capelluto e nell’alopecia
  • Protezione del follicolo dalle aggressioni esterne

ESTRATTO DI SERENOA REPENS
La SERENOA REPENS è una palma nana tipica della Florida. Contiene una buona quantità di ACIDI GRASSI dai quali si estrae il principio β-SITOSTERINA.
E’ utile per contrastare l’alopecia androgenetica: rappresenta un’alternativa naturale al trattamento farmacologico con finasteride.

ISOFLAVONI DI SOIA
Gli ISOFLAVONI sono molecole naturali presenti in vari vegetali ed in particolare nella soia. Possiedono una struttura molto simile a quella degli estrogeni, e sono perciò definiti FITOESTROGENI. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni hanno un effetto positivo sulla crescita dei capelli in colture di follicoli piliferi umani.

ACIDO GAMMA LINOLENICO (GLA)
Nel mondo vegetale si trova in considerevoli quantità in borago officinalis, oenothera biennis e ribes nero; tra questi, l’olio di borragine vanta il più alto contenuto in GLA.
L’acido gamma linolenico, riducendo la perdita di acqua dallo strato corneo, consente un miglior nutrimento del bulbo pilifero.

POLIAMINE
Le poliamine sono presenti in moltissimi alimenti di uso comune come latte, formaggi, cereali, carne. E’ stato riscontrato che alcune poliamine svolgono un ruolo determinante nei processi di crescita e di differenziazione cellulare. Sono in grado di agire su specifici recettori situati a livello della guaina epiteliale esterna del follicolo pilifero: la stimolazione di questi recettori permette di attivare a livello della papilla dermica fattori di crescita cellulari fondamentali per lo sviluppo e la salute del capello.

VITAMINE

  • A (retinolo): è indispensabile per la rigenerazione dei tessuti, contribuisce al buon funzionamento del cuoio capelluto. E’ indicata nel trattamento dei capelli che si spezzano.
  • B2 (riboflavina): è utile per la crescita dei capelli.
  • B5 (acido pantotenico): contribuisce attivamente alla buona conservazione della pelle e dei capelli; riduce la formazione delle doppie punte e in caso di carenza favorisce un precoce ingrigimento dei capelli.
  • B6 (piridossina): combatte la seborrea, favorisce la ricrescita dei capelli e protegge la salute del cuoio capelluto. Influisce sulla cistina, un aminoacido solforato indispensabile al processo di cheratinizzazione delle cellule, che conferisce, quindi, resistenza alla cheratina dei capelli.
  • B8 o H (biotina): combatte la caduta dei capelli, seborrea.
  • C (acido ascorbico): conserva l’integrità del cuoio capelluto; agevola la crescita dei capelli. Combatte i processi di invecchiamento delle cellule. Favorisce l’assorbimento del Ferro, minerale presente nella composizione chimica del capello.

Gli integratori per la caduta dei capelli devono esser assunti quotidianamente per un periodo lungo di circa tre mesi, in associazione ad una terapia topica (soluzioni capillari). La ricrescita potrà essere visibile dopo circa 4 mesi di trattamento.

Dottoressa Mariuccia Bucci, Dermatologa

In forma dopo le feste

A Natale avete mangiato qualche fetta di cotechino di troppo? Il pandoro golosamente assaporato si è depositato tutto sui fianchi? Avete oziato troppo davanti alla tv? Niente paura, nulla è perduto! L’estate è ancora lontana, e abbiamo tutto il tempo per rimetterci in forma, perdere i chili in sovrappeso e, soprattutto, impegnarci a correggere la nostra alimentazione, sforzandoci a migliorare il nostro stile di vita generale.

Innanzitutto è indispensabile alimentarsi con moderazione, mangiando di tutto ma in quantità … ragionevoli. Senza dimenticare che per una remise en forme reale, i migliori risultati in termini di dimagrimento si ottengono limitando le calorie giornaliere attraverso una Dieta varia ed equilibrata, e aumentando il dispendio calorico, grazie a un’ attività fisica regolare.

Come il buonsenso dice, e come affermano all’unanimità i nutrizionisti e i dietologi, assolutamente vietato saltare i pasti, pensando di perdere peso più rapidamente. E’ una pratica non solo inutile ma dannosa, soprattutto per i meno giovani. Inoltre la perdita di peso troppo rapida non è mai duratura: i chili persi vengono recuperati altrettanto rapidamente, determinando il cosiddetto “effetto yo yo”.

No al salto dei pasti quindi, sì invece a limitare l’apporto calorico,  masticando lentamente i cibi, facendo ampio consumo di frutta, verdura, pesce e facendo un’adeguata attività fisica. In questo modo nel giro di uno/due mesi  si ritrova la forma perduta.

LE DIECI REGOLE D’ORO PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE(*)

  1. Bevi ogni giorno acqua in abbondanza
  2. A tavola varia le tue scelte
  3. Fai sempre una sana prima colazione ed evita di saltare i pasti
  4. Consuma almeno 2 porzioni di frutta e 2 porzioni di verdura ogni giorno
  5. In una Dieta equilibrata i cereali (pane, pasta, riso etc.) devono essere consumati quotidianamente
  6. Mangia pesce almeno 2 volte alla settimana (fresco o surgelato)
  7. Ricordati che i legumi forniscono proteine di buona qualità e fibre
  8. Limita il consumo di grassi, soprattutto quelli di origine animale, privilegiando l’olio extravergine di oliva
  9. Non eccedere nel consumo di sale
  10. Limita il consumo di dolci e di bevande caloriche nel corso della giornata

LE DIECI REGOLE D’ORO PER UNO SANO STILE DI VITA(*)

  1. Ricorda che il movimento è essenziale per prevenire molte patologie
  2. Cerca di essere meno sedentario, infatti la sedentarietà predispone all’obesità
  3. Bambini e ragazzi devono potersi muovere sia a scuola sia nel tempo libero, meglio se all’aria aperta
  4. L’esercizio fisico è fondamentale anche per gli anziani
  5. Muoversi significa camminare, giocare, ballare, andare in bici…
  6. Se possibile, vai al lavoro o a scuola a piedi
  7. Se puoi evita l’uso dell’ascensore e fai le scale
  8. Cerca di camminare almeno 30 minuti al giorno, tutti i giorni, a passo svelto
  9. Sfrutta ogni occasione per essere attivo (lavori domestici, giardinaggio, portare a spasso il cane, parcheggiare l’auto più lontano,…)
  10. Pratica un’attività sportiva almeno 2 volte a settimana (o in alternativa usa il fine settimana per passeggiare, andare in bici, nuotare, ballare,…)

(*) Fonte: Ministero della Salute – D.G. Prevenzione sanitaria

Bellezza e benessere a portata di mano…anche in inverno

Con l’arrivo della stagione invernale fanno la loro comparsa basse temperature, vento gelido, umidità o eccessiva secchezza: tutti fattori che, con l’inquinamento e l’esposizione ai raggi UV, aggrediscono la pelle di grandi e bambini – soprattutto quella del viso e le labbra – e i capelli, con il risultato di avere alla fine della giornata una cute secca, screpolata, ruvida, opaca. Questo succede perché il film idrolipidico e lo strato corneo, cioè quello più superficiale dell’epidermide, prime barriere contro le aggressioni esterne, sono sottoposti in questo periodo a notevoli e continui stress ambientali.

Qual è il meccanismo? Ricordiamo che proprio a livello dello strato corneo si verifica la produzione del “fattore di idratazione naturale” della pelle (NMF, ovvero “natural moisturizing factor”), un insieme di sostanze tra cui aminoacidi e zuccheri, cui vanno ad aggiungersi sali minerali, acido lattico e urea, prodotti dalla sudorazione; l’ “NMF” svolge un ruolo molto importante per il mantenimento dell’idratazione della cute, ma questa capacità diminuisce via via che le temperature si abbassano. Inoltre il freddo, determinando un diminuzione della temperatura corporea, induce ad un conseguente aumento del livello di evaporazione dell’acqua presente sulla superficie cutanea. L’epidermide quindi si disidrata, si screpola, si arrossa. Per riportare la cute alle condizioni ottimali è necessario seguire tre regole: pulizia, idratazione e nutrimento.

Anche l’alimentazione può aiutare a contrastare l’azione del freddo e difendere la pelle: una Dieta ricca di frutta e verdura di stagione introduce il necessario apporto di vitamine e sali minerali; di grande aiuto anche il pomodoro, l’uva e la mela, rispettivamente ricchi di licopene, resveratrolo e floretina, potenti antiossidanti naturali. Queste preziose sostanze possono essere assunte anche attraverso un’integrazione alimentare mirata, utile a coadiuvare l’abituale Dieta alimentare e il benessere dell’organismo. Per facilitare l’idratazione ricordarsi infine di bere molta acqua – almeno un litro e mezzo al giorno – anche se non si sente lo stimolo della sete.

Oltre all’alimentazione, gli alleati tradizionali per la bellezza e la salute del viso sono i prodotti idratanti, che devono soprattutto reintegrare la miscela presente naturalmente sull’epidermide; il fondotinta può essere utile, soprattutto se dotato di adeguato filtro solare. Anche le labbra sono particolarmente delicate e vanno costantemente protette. Per evitare screpolature, via libera a rossetto e burrocacao, il cui utilizzo quotidiano garantisce labbra morbide e difese. Gli esperti consigliano di dedicare tutti i giorni almeno dieci minuti alla pulizia e all’idratazione di guance, mento e fronte. La detersione della pelle va fatta con latte detergente e tonico, quindi purificare con un gel esfoliante e idratare con una crema specifica adatta alle caratteristiche cutanee. In questo periodo in particolare può essere utile aggiungere al trattamento abituale per l’idratazione un emolliente a base di calendula e camomilla, dalle proprietà lenitive e riepitelizzanti. In casi di arrossamenti e bruciori, un ottimo rimedio per bambini e anziani è invece rappresentato dall’olio di germe di grano; un piccolo quantitativo applicato prima di uscire consente di affrontare senza timore le avversità climatiche.

Leggi anche il consiglio dell’esperto

Corretti stili di vita in Menopausa

La Menopausa nella donna rappresenta il periodo della vita in cui avvengono profonde modificazioni ormonali che condizionano il fisiologico benessere quotidiano ed innescano un’accelerazione del processo dell’invecchiamento.

La sintomatologia vasomotoria – le classiche vampate di calore, un’abbondante sudorazione notturna etc – rappresenta il disturbo più evidente e mantiene costantemente informata la donna di cosa sta accadendo al suo corpo; in molti casi la fa sentire a disagio, anche se tale sintomatologia dura solo alcuni mesi o pochi anni. Quello che invece la carenza ormonale provoca in negativo avrà conseguenze più a lungo termine e condiziona la salute e la qualità di vita.

La terapia ormonale è in grado di contrastare gli effetti della menopausa. Negli ultimi anni la percentuale di donne che fa ricorso a questo tipo di terapia si è notevolmente ridotta a vantaggio di soluzioni più naturali, non farmacologiche e di stili di vita più sani.

Oggi giocano un ruolo sempre più significativo gli integratori alimentari a base principalmente di fitoestrogeni derivati dalla soia, a cui sono associate vitamine e altre sostanze vegetali, composti che hanno dimostrato di migliorare la sintomatologia e di contrastare l’osteoporosi, alleviando alcuni disturbi legati a questo delicato periodo nella vita.

I fitoestrogeni hanno inoltre un’azione antiossidante molto utile in questa fase perché sono in grado di contrastare i radicali liberi che si accumulano nelle cellule. Ai fitoestrogeni possono essere associate varie sostanze come vit. D, il calcio, l’acido folico, le statine vegetali ed altre vitamine/antiossidanti per il trattamento più specifico di alcuni disturbi che possono colpire la donna.

Oltre a ciò, è molto utile un’attività fisica regolare che riduce il rischio di danni cardiovascolari, contrasta l’aumento della pressione del sangue e l’osteoporosi oltre ad aumentare la resistenza fisica e migliorare l’umore. La Menopausa è un periodo cruciale per iniziare l’esercizio fisico, ovviamente nel modo giusto e considerando lo stato di salute generale della persona.

Poiché in Menopausa si rallenta il metabolismo basale, è molto importante inoltre che la donna adotti un regime alimentare equilibrato e bilanciato, ricco di frutta e verdura, cui abbinare un consumo regolare di alimenti ricchi di omega-3.

E’ importante limitare l’assunzione di dolci e carboidrati semplici (che peraltro aumentano i livelli di serotonina e danno la percezione di stare meglio) perché, oltre al rischio di diabete, condizionano l’aspetto corporeo, determinando un aumento di peso e soprattutto del grasso viscerale a livello addominale.

Prof. Vincenzo De Leo
Dipartimento Ostetricia e Ginecologia
Policlinico Le scotte, Siena

Per ricominciare con energia, un aiuto dagli integratori alimentari

Il rientro in città spesso porta con sé un po’ di malumore, acuito anche dai fastidi legati al cambio di stagione, come i primi raffreddori. Semplici rimedi possono aiutare ad affrontare questo momento di passaggio e ad attenuare quel senso di stanchezza legato all’arrivo della stagione autunnale. Una delle prime difficoltà che a volte si presenta è l’alterazione del ritmo sonno-veglia. Perciò bisogna cercare di ripristinare l’equilibrio abituando l’organismo ad orari costanti.

Inoltre, un capitolo importante è sicuramente quello dell’alimentazione. Ritornare alla routine quotidiana significa anche archiviare gli eccessi e le sregolatezze dei mesi estivi recuperare un regime alimentare corretto e organizzato: ciò si traduce in cibi altamente nutritivi ed energetici.

Le principali proprietà di alcune vitamine e sali minerali1 che possono diventare un valido aiuto per il benessere dell’organismo durante i cambi stagionali. Per cominciare, le vitamine del complesso B, importanti per il metabolismo cellulare e per trasformare i macronutrienti in energia. In particolare, le vitamine B2 (detta anche Riboflavina) e B6 contribuiscono alla riduzione della stanchezza e del senso di affaticamento e sono utili per regolare la normale funzione psicologica. La vitamina B12 coadiuva la formazione dei globuli rossi e contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario.

Tra i minerali, assicurarsi il giusto apporto di ferro, prezioso per chi si sottopone a stress importanti, poiché salvaguarda la funzione cognitiva, riducendo gli stati di stanchezza; del potassio, un elemento importante che contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso e a mantenere equilibrata la pressione sanguigna; e del magnesio, una risorsa efficace nei periodi di tensione.

Per fare il carico di queste vitamine e minerali è necessario arricchire la propria dieta di frutta e verdura di stagione. Inoltre, lontano dai pasti, bere almeno 2 litri di acqua al giorno. Sono piccoli consigli per depurare e riequilibrare l’organismo, facilitando così il processo di espulsione delle tossine.

Anche l’utilizzo di integratori alimentari può essere utile per mantenere il benessere dell’organismo. A questo proposito, l’estratto di Echinacea, aiuta la funzionalità delle prime vie respiratorie e le naturali difese dell’organismo.

Per approfondimenti: si veda rettifica regolamento (UE) n. 432/2012 della Commissione.

Comunicato stampa risultati studio Frost & Sullivan

In Italia risparmio previsto di 1,3 miliardi di euro con un consumo più diffuso di integratori a base di omega 3 negli over 55, grazie a minori problemi cardiovascolari. In Europa risparmio di 13 miliardi di euro.
Questi i risultati del nuovo studio di Frost & Sullivan presentati in Italia da Integratori Italia

Milano, 22 settembre 2016 – Un consumo regolare di integratori alimentari di Omega 3 nella popolazione over 55 anni può ridurre il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, determinando un risparmio ai sistemi sanitari europei di quasi 13 miliardi di euro l’anno. Oltre 1,3 miliardi di euro di risparmio in Italia.

L’Osservatorio di INTEGRATORI ITALIA di AIIPA segnala un importante dato emerso dallo studio “Il risparmio sulla spesa sanitaria degli integratori alimentari di Omega 3 nell’Unione Europea” realizzato dalla istituto di ricerca e consulenza Frost & Sullivan e commissionato da Food Supplements Europe.

Sulla base di pubblicazioni e dati ufficiali, i ricercatori hanno studiato i benefici economici del consumo di integratori alimentari di Omega 3 EPA + DHA fra gli individui over 55, il gruppo demografico, pari a 157,6 milioni di persone nella popolazione europea (il 31% del totale), considerato ad alto rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari (CVD).

Complessivamente, si stima che in Unione Europea, fra il 2016 e il 2020, il 24% della popolazione over 55 (cioè 38,4 milioni di persone) è a rischio di evento cardiovascolare con relativa ospedalizzazione, condizione il cui costo, nei 5 anni considerati, è pari a €34.637 per evento, per un totale di €1.328 miliardi.

L’analisi indica che un consumo giornaliero più diffuso di 1.000 mg di olio di pesce con Omega 3 EPA + DHA (quantitativo difficilmente raggiungibile con la normale alimentazione) negli individui over 55 si tradurrebbe in oltre 1,5 milioni di ricoveri per eventi cardiovascolari in meno in tutta l’UE da adesso fino al 2020, generando un risparmio totale di €64,5 miliardi, pari a €12,9 miliardi l’anno. Detraendo i costi per l’acquisto degli integratori di omega 3, il risparmio netto ammonterebbe a circa 7,3 miliardi di euro.

In Italia l’utilizzo di 1.000 mg di olio di pesce con Omega 3 EPA + DHA nella popolazione over 55 si tradurrebbe in un risparmio di oltre 1,3 miliardi di euro l’anno (oltre 720 milioni di risparmio netti, detraendo i costi degli integratori di omega 3)

Alessandro Colombo, Presidente di INTEGRATORI ITALIA di AIIPA, membro di Food Supplement Europe, ha commentato: “Lo studio mostra chiaramente che incoraggiare gli individui over 55 a usare regolarmente integratori alimentari di Omega 3 per ridurre il rischio di sviluppare CVD potrebbe consentire di risparmiare miliardi di euro. Riteniamo importante che questo messaggio venga diffuso sia nei Paesi europei che a livello nazionale, anche tramite i professionisti del settore, la classe medica e i media, perché è in grado di generare un impatto positivo sul benessere delle persone, riducendo nel contempo significativamente il peso della spesa sui sistemi sanitari e gli operatori.”

Lo studio ha dimostrato che il risparmio annuale ottenibile attraverso un uso regolare più diffuso di integratori di Omega 3 varia nei diversi Stati dell’UE. Secondo i risultati dello studio, i maggiori benefici si avrebbero in Germania dove si potrebbero risparmiare €3,86 miliardi l’anno.

Alessandro Colombo ha aggiunto: “Si tratta di uno studio obiettivo, basato su dati ufficiali e condotto in maniera professionale da un team di ricerca indipendente, che ha usato una metodologia e tecniche di analisi rigorose. Indica in modo forte e chiaro che gli integratori alimentari di Omega 3 possono rappresentare un aiuto concreto.” Conclude dicendo: “Il nostro obiettivo principale è quello di creare un ambiente favorevole per gli integratori alimentari in UE sia dal punto di vista regolatorio che commerciale, dimostrando il loro ruolo altamente positivo nel promuovere una buona salute e ridurre i costi della sanità. Questo nuovo report è un ulteriore passo avanti in questa direzione”.

E’ necessario infine ricordare che gli integratori non devono essere mai considerati sostitutivi di uno stile di vita sano, basato su una dieta varia ed equilibrata e una costante attività fisica bensì un sostegno al mantenimento del benessere quotidiano..


Il risparmio sulla spesa sanitaria degli integratori alimentari di Omega 3 nell’Unione Europea
Sintesi dei fatti principali del report
– La società di ricerca indipendente Frost & Sullivan ha studiato la possibilità di ottenere un risparmio della spesa sanitaria nell’UE attraverso un uso regolare più diffuso di integratori alimentari di Omega 3
– La Frost & Sullivan ha focalizzato la sua ricerca su individui over 55
– Questo gruppo demografico è considerato ad alto rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari (CVD).
– Complessivamente, il 24% di questa popolazione è considerata a rischio di eventi cardiovascolari con ospedalizzazione.
– Le previsioni suggeriscono che, negli individui di questo gruppo, fra il 2016 e il 2020 ci saranno 38,4 milioni di ricoveri per CVD.
– Far fronte a questa situazione potrebbe costare €1.328 miliardi nell’arco di questi 5 anni.
– Il che equivale a €34.637 a evento.
– L’analisi della Frost & Sullivan ha rilevato che con un uso più diffuso di integratori alimentari di Omega 3, nell’arco di 5 anni si potrebbero evitare 1,5 milioni di casi di patologie cardiovascolari negli individui over 55.
– Questi calcoli sono basati su un consumo giornaliero di 1.000mg di olio di pesce con Omega 3 EPA + DHA
– Questo permetterebbe un risparmio totale di €64,5 miliardi – pari a €12,9 miliardi l’anno (7,3 miliardi di risparmio netti)
– Italia: risparmio di oltre 1,3 miliardi di euro l’anno (oltre 720 milioni di risparmio netti, detraendo i costi degli integratori di omega 3)


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