Dalle brassicacee un importante aiuto per combattere lo stress ossidativo

Le brassicacee sono molto apprezzate ed utilizzate da sempre nella cucina italiana. Recenti ricerche hanno sottolineato le molteplici proprietà benefiche per il nostro organismo da parte dei vegetali di questa famiglia (broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, rape, cavolo nero) soprattutto nel contrastare lo stress ossidativo, principale imputato nei processi di invecchiamento e nell’insorgenza di numerosi patologie.

Le specie reattive dell’ossigeno (ROS) si formano all’interno delle cellule come conseguenza della normale attività metabolica. Sono molecole molto reattive che, quando presenti in piccola quantità, risultano indispensabili in quanto contribuiscono a combattere le infezioni, a controllare il tono della muscolatura liscia per il buon funzionamento degli organi e dei vasi sanguigni, e funzionano come molecole segnale all’interno della cellula. Viceversa, se prodotte in quantità eccessiva possono diventare pericolose. Infatti, un eccesso di ROS e, in generale, di radicali liberi, può determinare uno stress ossidativo.

Un eccesso di produzione di radicali liberi può essere generato da inquinamento dell’aria, fumo di sigaretta, luce ultravioletta, attività sportiva senza allenamento, alimentazione scorretta.

Esistono diverse strategie da adottare per limitare i danni associati ad un aumento eccessivo di radicali liberi come, per esempio,  lo svolgimento di una regolare attività fisica a bassa/media intensità, l’astensione dal fumo, dall’eccesso di alcool e dall’esposizione prolungata ai raggi solari.

Particolarmente importante è anche una regolare assunzione di antiossidanti, molecole naturalmente contenute in molti alimenti, ed in particolare in frutta e verdura, che hanno il compito di combattere i radicali liberi. Tra le diverse molecole antiossidanti, grande rilevanza stanno assumendo gli isotiocianati, caratteristici dei vegetali della famiglia delle sopracitate brassicaceae.

A questo proposito, un gruppo di ricerca italiano (Riso P. et al.; 2009) ha condotto uno studio di intervento su 20 individui di sesso maschile, fumatori e non fumatori, valutando gli effetti dell’introduzione di sulfurafane (SF), il più importante tra gli isotiocianati.

I soggetti introducevano per 10 giorni consecutivi 200 μmol di SF/al giorno in aggiunta alla loro Dieta abituale (dieta supplementata). Dopo un periodo di interruzione di 20 giorni, ogni soggetto seguiva per ulteriori 10 giorni la propria Dieta abituale, ma priva di vegetali appartenenti alla famiglia delle brassicacee (dieta controllata). Nello stesso soggetto sono stati quindi comparati alcuni indici di danno ossidativo confrontando il periodo a Dieta supplementata con quello a Dieta controllata.

Le analisi eseguite hanno evidenziato che la supplementazione con SF era associata al miglioramento dei parametri di danno ossidativo a livello del DNA, miglioramento particolarmente evidente nei soggetti fumatori. In conclusione, i risultati di questa sperimentazione sostengono l’ipotesi che l’assunzione giornaliera di isotiocianati (sulforafane) da Brassicacee eserciterebbe un importante effetto benefico nei confronti del danno ossidativo al DNA, spesso dovuto a comportamenti scorretti, come l’abitudine al fumo.

Riferimenti Bibliografici
Riso P, Martini D, Visioli D, Martinetti A, Porrini M. Effect of Broccoli Intake on Markers Related to Oxidative Stress and Cancer Risk in Healthy Smokers and Nonsmokers. Nutrition and Cancer, 61(2), 232–237,2009.

Acerola, un concentrato di vitamina C utile nelle stagioni fredde

L’Acerola (nome scientifico, Malpighia punicifolia) è un arbusto che raggiunge fino ai 4 metri di altezza, cresce nei paesi a clima temperato caldo ed è coltivato soprattutto nel nord del Brasile. Ha un frutto ovale di colore rosso intenso e dalla buccia sottile, simile alle ciliegie, anche se appartiene a tutt’altra specie. E proprio dai suoi frutti maturi, privi di nocciolo, si ricava un succo che viene concentrato e nebulizzato, fino ad ottenere un estratto ad altissimo contenuto di acido ascorbico, ossia la famosa vitamina C (fino al 25%).

Per questo, l’estratto di Acerola può essere un valido alleato per affrontare il freddo dell’inverno.

Il prof. Antonello Sannia, Presidente della Società di Medicina Naturale, sottolinea come la letteratura scientifica abbia già indicato un’attività antivirale e di stimolo al sistema immunitario (in quanto aumenta l’attività fagocitaria dei leucociti e favorisce lo sviluppo dei linfociti). Ma non solo. L’Acerola, essendo particolarmente ricca di polifenoli – quali i flavonoidi – e di antocianidine, vanta anche proprietà antiossidanti e favorisce un assorbimento più rapido del ferro dall’intestino.

“In associazione con vitamina A, vitamina E e selenio, questo estratto è molto utile – aggiunge Sannia. “Le cellule del sistema immunitario hanno bisogno di molta vitamina C per funzionare bene, e ne consumano parecchia durante le infezioni batteriche e/o virali. Pertanto in presenza di questi disturbi è importante un buon rifornimento di vitamina C. Siccome le riserve di vitamina C si esauriscono molto rapidamente sotto sforzo, la sua integrazione è importante. La dose giornaliera consigliata è di 40-50 mg per i bambini e 60-80 mg per gli adulti”.

Sovrappeso e obesitá: l’importante é prevenire

Le cause

Predisposizione genetica e vita sedentaria. Lavoro in ufficio, uso auto, poco tempo per lo sport
Abitudini alimentari. Pranzare fuori casa incentiva il consumo di cibi sbilanciati.
Alimentazione compulsiva e ansiosa dovuta allo stress
Bambini davanti a computer e tv, poche ore di attività fisica

I danni per la salute

Malattie cardiovascolari
Ipertensione
Diabete del secondo tipo
Disagio psicologico (depressione, isolamento)
Malattie ai reni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’obesità come una “epidemia” e come “una delle maggiori sfide per la salute pubblica del XXI secolo”. Stima la popolazione obesa mondiale di ben 300 milioni, inclusi 115 milioni di obesi adulti nei paesi più sviluppati. L’86% dei decessi e il 77% della perdita di anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono causati da alcune patologie che hanno in comune fattori di rischio modificabili, quali fumo, Obesità e soprappeso, abuso di alcol, scarso consumo di frutta e verdura, sedentarietà, eccesso di grassi nel sangue e ipertensione arteriosa. Tali fattori di rischio sono responsabili da soli del 60% della perdita di anni di vita in buona salute in Europa e Italia.

E’ questa la premessa che apre il documento Guadagnare Salute che descrive e definisce le strategie del Ministero della Salute in tema di prevenzione dei fattori modificabili, relativi allo stile di vita, che incidono sul benessere dei cittadini nel nostro Paese.

A ciò si aggiunge come dato allarmante il fenomeno dell’obesità pediatrica, fino a qualche decennio fa ancora poco diffuso; evidenze scientifiche riconoscono all’obesità in età preadolescenziale e adolescenziale una forte capacità predittiva dello stato di Obesità in età adulta. In Italia oltre il 30% di bambini e adolescenti risulta in sovrappeso e tra questi circa il 10% è obeso.
I primi segnali sono ben visibili: il netto aumento di Diabete di tipo 2. Se dieci anni fa il rapporto tra Diabete di tipo 1 e 2 era, in bambini e adolescenti, di 1-2 casi ogni 100, oggi è salito a 8-10 ogni 100. La differenza sostanziale tra i due tipi di Diabete è che mentre il tipo 1 è la conseguenza di una mancata produzione di insulina da parte del pancreas, il tipo 2 si manifesta quando il pancreas eccessivamente sollecitato nella produzione di insulina, spesso proprio a causa di un’eccessiva e non corretta alimentazione, comincia a perdere la capacità di produrla in quantità sufficiente. Ed è quello che rischia di accadere ai bambini, ma maggiormente agli adolescenti, obesi.

Le conseguenze negative dell’obesità infantile non si fermano però al diabete. Esistono prove che l‘obesità è di per sé un fattore di rischio cardiovascolare anche nel bambino e che all’eccesso di peso sono spesso correlati a valori fuori norma della pressione arteriosa, riscontrabili tra i bambini già alle scuole elementari. Inoltre si stanno registrando sempre più spesso negli adolescenti segni della cosiddetta “sindrome metabolica”, finora considerata una patologia dell’adulto.
Come intervenire? Guarire da Diabete di tipo 2 come dalla sindrome metabolica non è cosa facile né certa: allora è molto meglio puntare sulla prevenzione. L’obesità, come sostengono gli esperti, è una malattia multifattoriale con un’inequivocabile componente genetica, ma condotta alimentare e stili di vita ne sono cause altrettanto importanti e preminenti per il suo sviluppo. I comportamenti maggiormente critici sono un’alimentazione non equilibrata e spesso eccessiva, la scarsa attività fisica e sportiva e l’eccessiva sedentarietà.

Tutti sanno che un corretto modo di alimentarsi, accompagnato da uno stile di vita adeguato, favorisce la longevità. Ma il problema non si risolve agendo solo sul contenimento degli introiti calorici voluttuari, perché almeno per i ragazzi è ben più grave e antifisiologica la decurtazione dell’attività fisica e quindi della spesa calorica. E’ un fatto incontestabile che la sedentarietà domina le loro giornate. Gli italiani brillano, infatti, per pigrizia: 35 milioni sono votati alla sedentarietà, ad un’alimentazione eccessiva di grassi, un terzo di giovani tra i 6 e 13 anni è in sovrappeso.

E quindi fondamentale tenere presente che i pilastri di qualsiasi alimentazione sono la varietà, la regolarità e il bilanciamento tra macronutrienti. Ciò significa che nel nostro organismo servono in media il 55-60% di calorie dai carboidrati, al massimo un 30% dai grassi e un 10-15% dalle proteine. Bilanciamento significa che alterando queste proporzioni costringiamo il nostro organismo a trasformare proteine in carboidrati, ad esempio con un notevole stress. Varietà vuol dire che abbiamo bisogno di sali minerali, sostanze antiossidanti, vitamine e acidi grassi polinsaturi che, se mancano, il nostro organismo non è in grado di fabbricare. Una Dieta dissociata è perciò squilibrata per definizione, se non motivata da una particolare e ben documentata intolleranza.
Quindi è indispensabile concentrare l’attenzione sui principi di una sana alimentazione unita ad esercizio fisico per mantenere uno stato di benessere dell’organismo.

Le nuove frontiere dell’alimentazione: Nutrigenomica e Nutraceutica

Il cibo non è solo un mezzo di sostentamento. Da diversi anni ormai è sempre più visto come un’importante fonte di piacere, per il palato e per lo spirito; come una fonte di autogratificazione capace di rendere migliori le nostre giornate. Non solo…Il cibo è sempre di più salute, un potentissimo mezzo a nostra disposizione per salvaguardare l’organismo a mantenere uno stato di benessere. Lo conferma anche la comunità scientifica che negli ultimi tempi orienta le sue ricerche sull’alimentazione e sul controllo dello stile di vita.

Molte patologie degenerative, infatti, sono correlate, positivamente e negativamente, all’alimentazione e l’interazione, nutrienti-organismo potrebbe definire, nell’arco della vita, l’equilibrio tra salute e malattia.*

Sulla scia di questo trend, negli ultimi anni, sono nate nuove discipline che uniscono scienza e alimentazione e utilizzano le metodologie e le strumentazioni più moderne per identificare le molecole di alimenti che possono ridurre il rischio dell’insorgenza di patologie e per caratterizzarne i meccanismi di azione: la nutrigenomica e la nutriceutica.*

La nutrigenomica è la scienza che studia i modi in cui il cibo interagisce con il nostro DNA. Le scelte nutrizionali sono infatti in grado di influenzare l’evoluzione del nostro codice genetico massimizzandone, ove possibile, il potenziale e riducendo il rischio di contrarre malattie. Secondo la nutrigenomica, attraverso la mappatura dei geni, è possibile identificare gli alimenti che possono avere effetti positivi o negativi sulla nostra salute, aiutandoci a proteggere l’organismo, a conservare la salute e ritardare l’invecchiamento.

“Che il cibo sia la tua medicina, che la medicina sia il tuo cibo” è infatti la filosofia alla base della di questa nuova scienza, grazie alla quale, a breve, ognuno di noi avrà a disposizione una Dieta personalizzata che potrà essere coadiuvata da integratori alimentari realizzati su misura tenendo conto del corredo genetico e della predisposizione verso alcune patologie.

E’ recentissima la notizia che negli Stati Uniti è stato messo appunto un test del DNA che permetterebbe di identificare, per ognuno di noi, la Dieta migliore per aiutarci ad invecchiare meglio. Il test sarebbe infatti in grado di identificare una cinquantina di mutazioni genetiche responsabili di 8 diversi processi d’invecchiamento. Per realizzarlo, basta un semplice prelievo di mucosa orale grazie al quale è possibile verificare se nei geni in essa contenuti vi sono alterazioni. In base ai risultati si possono quindi individuare quegli alimenti che possono riparare o ritardare tali anomalie.

La nutraceutica è invece la scienza che studia gli estratti di piante, animali, minerali e microrganismi, che hanno una funzione benefica sulla salute. La definizione di “nutraceutica” è stata ideata dal Dott. Stephen De Felice al termine degli anni Ottanta; si tratta quindi di un settore di ricerca giovane e in grande fermento. Dalla prima definizione, il significato del termine “nutraceutica” ha subito diverse modifiche, tanto che il ministero Canadese della Sanità ha ritenuto opportuno ridefinire alcuni concetti; oggi per “prodotto nutraceutico”, s’intende “un prodotto isolato o purificato dagli alimenti, generalmente venduto sotto forma di medicinale, e di solito non associato agli alimenti, che sia dimostrato possa fornire un effetto benefico fisiologico o una protezione contro malattie croniche”.

Fra gli alimenti più studiati da questa nuova disciplina, ve ne sono alcuni che sembrerebbero essere utili nel contrastare alcune delle patologie più diffuse nella società moderna: ad esempio i lupini, che avrebbero evidenziato effetti positivi sul controllo del colesterolo e della pressione; la soia anch’essa utile nel controllo del colesterolo; il cioccolato amaro che avrebbe dimostrato effetti benefici anche sulla pressione; la berberina, una piante appartenente alla famiglia delle peonie che sta rivelando un azione positiva contro il Diabete e la papaya che avrebbe evidenziato un ruolo positivo nei processi di cicatrizzazione della cute.

Di recente, a metà febbraio si è tenuto a Milano anche il primo congresso nazionale della Società Italiana di Nutraceutica, un’associazione senza fini di lucro costituita con l’obiettivo di promuovere ricerche e studi in ambito nutraceutico. *

*(fonte: Sapienza Innovazione – Centro di nutrigenomica e nutraceutica – Università la Sapienza) *(fonte: Sinut)

Proteggere i vasi venosi dalla calura estiva

Durante l’estate l’aumento della temperatura tende a provocare una dilatazione dei vasi sanguigni, in particolare di quelli venosi, peggiorando i disturbi tipici dell’insufficienza venosa come gambe pesanti, gonfiore alle caviglie e sensazione di fastidio e talvolta di dolore ai polpacci. Dalla natura un valido aiuto per aiutarci a proteggere i vasi venosi dalla calura estiva.

IPPOCASTANO (Aesculus Hippocastanum)

Originario dei Balcani, l’ippocastano della famiglia delle “Ippocastanaceae” deriva curiosamente il proprio nome dall’antica abitudine dei turchi di usare i semi, ricchi di fecola, per nutrire i cavalli che soffrivano di problemi respiratori. Il frutto, simile alle castagne, ha un sapore amaro. E’ diffuso oggi in tutta Europa, Medio Oriente e in Iran. Nel seme dell’ippocastano sono presenti flavonoidi e saponine, tannini, vitamine del gruppo B, una provitamina D e la vitamina K. L’ippocastano favorisce i fenomeni di vasocostrizione e migliora il tono venoso; è anche un antinfiammatorio e decongestionante, indicato per il trattamento degli stati edematosi. Può essere usato localmente per trattare varici, flebiti, emorroidi, contusioni ed ematomi. Come agisce l’ippocastano? Causa un aumento del tono capillare, dovuto ad un incremento della contrazione della muscolatura liscia della parete vascolare e anche ad un aumento della resistenza e dell’elasticità dei capillari, con diminuzione della loro permeabilità. Questo estratto è quindi particolarmente utile nel caso di capillari fragili. E’ stata fatta una valutazione degli studi clinici relativi all’azione “fleboprotettiva” dell’ippocastano. Tutti questi studi indicano un importante miglioramento nella sintomatologia dei pazienti. Sei studi indicano un significativo calo del dolore e dei formicolii alle caviglie, cinque studi suggeriscono un evidente calo nella circonferenza delle caviglie, uno studio ha paragonato l’effetto dell’estratto secco di ippocastano con quello delle calze contenitive, riscontrando un’efficacia simile ad esse. In tutti questi studi gli effetti collaterali sono stati rari e di lieve entità. Altri studi clinici hanno esaminato l’effetto dell’escina, il principio attivo dell’estratto di ippocastano, in pazienti con insufficienza venosa delle gambe, dimostrando che è efficace nel favorire il miglioramento del microcircolo venoso. Può talvolta causare modesti disturbi di stomaco e reazioni allergiche cutanee. Non va utilizzato durante la gravidanza, l’allattamento e in età pediatrica.

CENTELLA (Centella Asiatica)

Della famiglia delle Apiaceae, cui appartengono anche il prezzemolo e la carota, la centella è originaria dell’Oriente, essendo diffusa in una zona che va dal Madagascar all’Indonesia. Secondo la tradizione il nome centella deriva dal verbo “centellinare” e si riferisce al fatto che questa piccola pianta assorba, goccia a goccia, l’acqua delle zone palustri nelle quali vive. Il nome scientifico più adottato, soprattutto nel XVII secolo, fu Hydrocotyle (hydro = acqua + cotyle=ciotola) derivato dalla somiglianza delle foglie ad una scodella capace di contenere dell’acqua. Le foglioline di questa pianta rampicante contengono principi attivi i cui effetti curativi erano da secoli noti alle popolazioni locali, soprattutto per la cura di ferite, piaghe e ulcere. In India e in Malesia la pianta divenne celebre come “Erba delle Tigri”; tale denominazione derivava dall’osservazione che le tigri del Bengala si curavano le ferite riportate dopo gli scontri contro altri animali rotolandosi su tappeti erbosi ricoperti da tale pianta. L’effetto benefico fu poi ripreso dalle popolazioni indigene per la cura delle ferite. Questa pianta infatti, trova largo impiego nella medicina popolare indiana anche come cicatrizzante. Le proprietà della centella rimasero sconosciute nel mondo occidentale fino al XVII secolo, quando i botanici olandesi Rhumphius e Rheede, incuriositi dalla fama di questa pianta, la introdussero nel vecchio continente. La centella stimola la produzione di collageno da parte delle cellule che lo producono chiamate fibroblasti, e ciò migliora l’elasticità e la robustezza della parete vasale. Inoltre accelera la cicatrizzazione delle piccole ferite cutanee di qualsiasi origine e delle piccole ustioni, ed è indicata per il trattamento della cellulite. Sono stati fatti alcuni studi clinici su pazienti con insufficienza venosa cronica agli arti inferiori, che assumevano per bocca un estratto di centella per due o tre mesi. Al termine di tale periodo i pazienti trattati con la centella mostravano un’evidente riduzione dei sintomi presenti prima del trattamento e del gonfiore alle caviglie e un miglioramento dell’elasticità dei vasi venosi. E’ stato dimostrato che formulazioni topiche contenenti estratto purificato al 60% di centella applicate tre volte al giorno su piccole ferite cutanee hanno aumentato la proliferazione cellulare e la sintesi del collageno nella zona lesionata. A dosi elevate può causare cefalea, e non è da utilizzare in gravidanza e durante l’allattamento.

RUSCO (Rusco Aculeatus)

Il rusco è una pianta comune in tutta Europa, nei luoghi incolti al margine dei boschi. La pianta è facilmente riconoscibile per il suo diffusissimo utilizzo decorativo nel periodo natalizio; ha le foglie verdi e pungenti con bacche rosse ed è universalmente noto come “pungitopo”. Alcune sostanza contenute nel rusco, come le saponine steroidee, stimolano i fenomeni di vasocostrizione e migliorano quindi il tono venoso: l’estratto del rusco viene impiegato nel trattamento dell’insufficienza venosa, in particolare di quella a carico degli arti inferiori e delle emorroidi. Alcuni studi clinici hanno valutato per due mesi l’effetto dell’estratto di rusco in pazienti con insufficienza venosa cronica. I sintomi iniziali erano presenti prima del trattamento in questa incidenza: dolore ai polpacci 79%, senso di pesantezza alle gambe 85%, crampi alle gambe 74% e gonfiore alle caviglie 82%. Dopo il trattamento le percentuali suddette si riducevano rispettivamente al 20%, 12%, 8% e 14%. L’esame capillaroscopico mostrava una riduzione della congestione dei vasi venosi dal 98% al 20% e un miglioramento del flusso sanguigno nei capillari dell’80%: lo studio mostra che l’estratto di rusco è utile nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica. E’ preferibile evitare l’utilizzo in gravidanza e durante l’allattamento.

MIRTILLO NERO (Vaccinium myrtillus)

Della famiglia delle Ericaceae, il mirtillo è una pianta diffusissima e ben nota a tutti gli amanti della montagna; privilegia il sottobosco con terreno siliceo e quindi acido in mezza montagna, e si può trovare pressoché in tutto l’emisfero settentrionale. Questi frutti sono propri della cultura settentrionale tanto che in Irlanda e in Scozia si festeggia la “domenica del mirtillo”, dedicata alla raccolta delle bacche, che vengono successivamente utilizzate nella preparazione di crostate, confetture e sciroppi. In Scandinavia, Francia e Germania, il mirtillo viene consumato in grandi quantità sia fresco che trasformato in acqueviti, sciroppi, salse e gelatine. Nel Nord America i mirtilli erano parte dell’alimentazione degli indiani, che li consumavano freschi in estate e seccati in inverno. Le bacche del mirtillo, specialmente quello rosso, considerate simbolo di pace dagli indiani Delaware, erano utilizzate per tingere corpi e tappeti. La medicina popolare da sempre utilizza foglie e bacche del mirtillo nero per infusi, decotti, sciroppi etc.., cui si attribuivano diverse attività medicamentose – astringenti, antisettiche e antibatteriche, antiflogistiche e ipoglicemizzanti-. Il fitocomplesso del mirtillo protegge il microcircolo artero-venoso, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Esso inoltre favorisce il benessere delle cellule endoteliali, ovvero quelle dello strato più interno dei vasi sanguigni, e incrementa il flusso sanguigno nei capillari interessati. Alcuni studi clinici fatti in pazienti con insufficienza venosa cronica hanno dimostrato che l’estratto secco titolato di mirtillo riduceva i danni ai capillari artero-venosi, la loro permeabilità e ne aumentava l’elasticità e la robustezza. Tali risultati sono dovuti, anche, alla notevole capacità dell’estratto di mirtillo di combattere i danni causati dai radicali liberi alla parete dei vasi sanguigni. Ma le preziose proprietà di questa pianta non finiscono qui. Di particolare rilievo il contenuto in antociani, responsabili delle principali attività del mirtillo nero, cioè l’azione vitaminica P-simile e la capacità di favorire l’acuità visiva crepuscolare e notturna (non a caso durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti della RAF che consumavano notevoli quantità di confetture di mirtillo sembravano avere una migliore visione durante le missioni notturne).

VITIS VINIFERA (Vite da vino)

Fin dall’antichità l’uva è il simbolo della vita e dell’arte di vivere, così come il vino è presente fin dagli albori della civiltà e il suo uso è testimoniato nelle pagine della più antica letteratura. La sua origine di perde nella notte dei tempi, ma di sicuro sappiamo che nel 5.000 a. C. compare nella cosiddetta “mezzaluna fertile”, l’area della Mesopotamia. Il primo popolo a lasciarci testimonianze furono gli egizi, che lasciarono affreschi nelle proprie tombe in cui illustravano la coltivazione della vite. In seguiti i antichi greci diffusero la coltura del vino e delle tecniche di vinificazione, indicando come “Enotria”, ovvero terra del vino, l’Italia meridionale, terra ricchissima di vigneti. L’uva e’ un buon energetico, re-minalizzante, disintossicante, ha proprietà diuretiche e lassative, contiene sali minerali, fosforo, calcio, potassio, per l’80% e’ costituita da acqua. E’ adatta quindi, per essere consumata nelle convalescenze, negli stati di anemia, in gravidanza e durante l’allattamento. L’uva, così come il succo d’uva, ha inoltre un eccezionale potenziale energetico nei confronti del tessuto muscolare e nervoso ed è per questo indicato per chi pratica sport e a chiunque prima di un lavoro o di uno sforzo impegnativo. Valida anche come ottimo disintossicante, l’uva è ampiamente utilizzata durante le diete perché aiuta a scaricare le tossine accumulate. Mangiare uva o bere succo di uva rossa quotidianamente dà sollievo all’organismo e svolge un’azione favorevole sull’appetito e sul sonno e, grazie alla presenza dei flavonoidi che hanno capacità dilatoria e rendono il sangue più fluido impedendo la formazione di emboli e coaguli, aiuta a prevenire l’arterioscelosi e alcune malattie delle arterie coronariche. E’ stato dimostrato che l’estratto di semi e bucce di uva rossa ostacola l’attività degli enzimi che attaccano e distruggono il tessuto connettivo-elastico della parete dei vasi sanguigni. E’ inoltre molto efficace nel combattere i danni causati dai radicali liberi alla parete dei vasi sanguigni. Grazie a queste azioni l’estratto di vitis è usato da tempo per la sua valida azione venoprotettiva, venotonica e protettiva sui capillari. Alcuni studi clinici hanno valutato l’effetto dell’estratto di vitis vinifera in pazienti con insufficienza venosa degli arti inferiori; al termine della sperimentazione il volume medio delle caviglie era notevolmente diminuito, e così pure la circonferenza del polpaccio e l’intensità dei sintomi.

Professor Antonello Sannia, Presidente della Società Italiana di Medicina Naturale

Al via il progetto formativo IntegrInforma per i Medici di Medicina Generale, su ruolo, evidenze ed efficacia degli integratori alimentari

IntegrInforma è un percorso culturale di formazione e informazione per il medico di medicina generale finalizzato alla conoscenza dei benefici ottenibili grazie all’integrazione alimentare. Il progetto è realizzato da Edra, con il patrocinio di S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale) e con il contributo non condizionato di FederSalus e Integratori Italia-AIIPA

Milano, 14 giugno 2018 – Negli ultimi anni, complice il costante invecchiamento della popolazione e la diffusione di una maggiore informazione e consapevolezza dei consumatori rispetto ai temi della salute, si è assistito ad una crescita dell’attenzione al benessere individuale e alla corretta alimentazione, all’interno del quale si inserisce anche l’utilizzo di integratori alimentari.

Si tratta di prodotti cui ormai fa riferimento anche il medico di medicina generale nella sua attività di raccomandazione e consiglio al cittadino, che da parte sua si affida a questa figura professionale nel 38% dei casi in cui necessita di informazioni sugli integratori. Anche per questa ragione, il medico di medicina generale, nel suo ruolo cardine nella prevenzione primaria della popolazione, non può prescindere dall’aggiornamento sulla composizione, caratteristiche e l’utilizzo degli integratori alimentari.

FederSalus e Integratori Italia – AIIPA hanno così contribuito alla realizzazione del progetto IntegrInforma realizzato da Edra, con il patrocinio di S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale), nato dall’obiettivo di fornire ai medici di medicina generale gli strumenti per conoscere le evidenze scientifiche e i necessari requisiti per un corretto impiego degli integratori alimentari.

Il progetto offre ai medici un’informazione facilmente fruibile attraverso l’approfondimento di focus specifici, che vanno dalla definizione di integratore alimentare al contesto regolatorio in cui esso si inserisce. Sono inoltre approfonditi alcuni aspetti più delicati, come le caratteristiche, i criteri di utilizzo e le possibili interazioni che questi prodotti possono avere con altre sostanze: ambiti fondamentali per una corretta gestione di questi prodotti.

Il progetto IntegrInforma approfondisce alcune aree di particolare interesse per l’uso degli integratori alimentari, come quella del benessere cardio-metabolico, un’area in cui gli integratori alimentari possono svolgere un importante ruolo. Tra i campi di maggiore interesse della ricerca, vi sono quelli connessi al benessere mentale – tono dell’umore, affaticamento fisico e cognitivo- e all’invecchiamento.

Altri ambiti trattati sono quelli legati al ruolo di primo piano che gli integratori alimentari possono svolgere per la salute della donna nelle varie fasi della vita. Infine un settore della ricerca che ha avuto negli ultimi anni grande risalto è quello del microbiota intestinale, ovvero della flora batterica intestinale di cui si è iniziato a comprendere l’enorme importanza non solo per il mantenimento di un regolare benessere gastro intestinale ma per tutto l’organismo. Un ampio spazio è quindi dedicato ai probiotici, sostanze di grande valore medico e a cui la ricerca scientifica riserva una particolare attenzione.

Il progetto IntegrInforma mette inoltre a disposizione schede di counseling sulla sicurezza dei livelli massimi di assunzione dei nutrienti consentiti negli integratori alimentari, per garantire il corretto uso del prodotto. Le schede forniscono informazioni per leggere correttamente le etichette.

“Il ruolo della nutraceutica nella prevenzione primaria è ormai un dato acquisito ed è indispensabile riuscire a trasmettere questo messaggio ai professionisti della salute, principali informatori dei consumatori – afferma Andrea Costa, Presidente FederSalus -. E’ in quest’ottica che FederSalus ha investito nel progetto IntegrInforma consapevole che il medico ha un ruolo fondamentale nell’interlocuzione con il paziente e necessita di un supporto informativo e formativo adeguato e completo. L’industria, principale conoscitrice dei prodotti, ha il compito fondamentale di collaborare con i professionisti della salute affinché sia sempre più perfezionata la capacità di guidare il paziente nella scelta del prodotto più appropriato e confacente ai suoi bisogni”.

“La dinamicità del mercato italiano degli Integratori Alimentari degli ultimi anni – dichiara Alessandro Colombo, Vice Presidente Integratori Italia-AIIPA – dimostra la volontà di un numero sempre più crescente di consumatori di tutte le età nel mantenere il proprio stato di benessere, sia attraverso un corretto stile di vita, sia integrando la propria dieta – quando necessario – con supplementazioni mirate attraverso l’uso degli integratori. La specificità italiana deriva inoltre dal ruolo rilevante di “consulenza” sul consumatore esercitato da medici di medicina generale, specialisti e farmacisti: questo ruolo assicura una maggiore appropriatezza d’utilizzo degli integratori, grazie appunto al consiglio qualificato dei professionisti della salute. Poiché la composizione dell’offerta degli Integratori Alimentari è molto diversificata, è evidente come il progetto IntegrInforma possa aiutare i medici ad approfondire la loro conoscenza per poterli utilizzare al meglio.”

Chi è FederSalus
FederSalus, Associazione Nazionale Produttori e Distributori di Prodotti salutistici è l’Associazione italiana rappresentativa del settore degli integratori alimentari. Fondata nel 1999, attualmente conta circa 200 aziende associate. Attraverso la collaborazione con strutture di ricerca ed istituzioni nazionali ed europee, l’associazione si propone di sostenere le istanze del comparto e, al contempo, tutelare la salute del consumatore promuovendo la corretta informazione sui prodotti salutistici e la loro qualità e sicurezza. Per approfondimenti è disponibile il sito www.federsalus.it

Chi è Integratori Italia
INTEGRATORI ITALIA fa parte di AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) che rappresenta più di 20 settori e che organizza oltre 300 aziende nazionali e multinazionali. AIIPA aderisce a circa 25 organizzazioni europee e internazionali, mentre a livello nazionale aderisce a Confindustria e a Federalimentare. Per il settore integratori a livello europeo aderisce a di Food Supplements Europe (www.foodsupplementseurope.org) e a livello internazionale alla International Alliance of Dietary/Supplement Associations (www.iadsa.org). INTEGRATORI ITALIA è un interlocutore riconosciuto e credibile presso le Istituzioni nazionali ed europee e partecipa direttamente ai processi di consultazione di politiche e strategie di settore, dialoga con i media sui temi legati all’integrazione alimentare per consolidare l’immagine e la reputazione del settore. Per approfondimenti: www.integratoriitalia.it

Per ulteriori informazioni:
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Al via la campagna UNC “L’uso corretto degli integratori”

Milano, 10 maggio 2018 – È stato oggi presentato il progetto “L’uso corretto degli integratori alimentari”, la campagna di comunicazione realizzata dall’Unione Nazionale Consumatori, in collaborazione con Integratori Italia – AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), nata dall’obiettivo di promuovere e sviluppare una corretta informazione nei confronti del consumatore in tema di integratori alimentari, alleati del benessere all’interno di un moderno ed equilibrato stile di vita. Un obiettivo comune, che si è già concretizzato nel 2013 con la realizzazione della APP Integratori Alimentari, a tutt’oggi scaricabile sia dal sito di UNC, che dai principali APP store.

“Accrescere la consapevolezza dei consumatori e sgombrare il campo dalle fake news rientra tra le priorità dell’Unione Nazionale Consumatori -afferma il Presidente di UNC Massimiliano Donaancor di più quando le scelte di consumo possono influenzare la salute dei consumatori. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una maggiore attenzione dei cittadini ai temi del benessere e dell’alimentazione, ma purtroppo non sempre a ciò corrisponde un corretto stile di vita: troppo spesso ancora si seguono trend privi di fondamento scientifico, oppure ci si informa su temi riguardanti la propria salute attraverso canali poco attendibili. Noi siamo per l’uso consapevole degli integratori, ricordando che si tratta di alimenti e non farmaci, che non possono sostituire una dieta sana ed equilibrata e soprattutto che costante esercizio fisico e comportamenti virtuosi rappresentano la base irrinunciabile per mantenersi in buona salute.”

Questa campagna testimonia la vocazione di Integratori Italia di contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare. “Nostro obiettivo è, da una parte, fornire al consumare gli strumenti necessari per compiere scelte sempre più consapevoli, dall’altra permettere lo sviluppo del settore degli integratori in Italia – ha dichiarato Alessandro Golinelli, Presidente di Integratori Italia – Un impegno che in questi anni ha visto l’associazione in prima linea per migliorare continuamente la propria comunicazione, rendendo i canali attraverso cui dialoga sempre più accreditati e autorevoli. Dal 2017, infatti, la pagina Facebook Integratori e Benessere si ispira ai principi di correttezza scientifica e trasparenza espressi da HEALTH ON THE NET FOUNDATION (HON), e da inizio 2018 abbiamo adottato un codice deontologico per regolamentare i rapporti, su un piano etico, tra le aziende aderenti e tra queste e i consumatori, il mondo scientifico e sanitario, le onlus di settore, le associazioni dei pazienti e le imprese concorrenti.”

Il progetto si sviluppa con la realizzazione di una guida digitale dal titolo “L’uso corretto degli integratori”, i cui contenuti sono tratti da alcuni capitoli dell’e-book Review Scientifica sugli Integratori, realizzata da Integratori Italia nel 2016. In particolare, i capitoli citati sono a cura di Benvenuto Cestaro, Giovanni Scapagnini, Vincenzo De Leo, Andrea Poli e Giancarlo Cravotto.

La guida sarà scaricabile gratuitamente dal sito UNC e verrà ulteriormente diffusa attraverso gli strumenti di UNC come la newsletter, l’house organ e post sulla sua pagina Facebook @UNConsumatori) . Dopo una prima fase, sarà possibile accedere ai contenuti della guida anche attraverso il sito www.integratoriebenessere.it e la pagina Facebook Integratori e Benessere.

Nella guida digitale si chiarisce cosa siano gli integratori e si esplorano le principali aree di interesse legate al loro utilizzo e ai loro benefici, ovvero contribuire alla salute del cuore e del cervello, aiutare a realizzare un invecchiamento fisiologico e contribuire alla salute della donna. La guida fornisce un breve glossario dei termini più comuni connessi al mondo degli integratori e si conclude con un pratico vademecum con le dieci regole utili per condurre un sano stile di vita. Ogni sezione inoltre, permette ai lettori più curiosi di approfondire l’argomento con un link che rimanda al capitolo di riferimento della Review.

Sebbene un corretto regime alimentare rappresenti la base imprescindibile per il mantenimento di una condizione di salute, numerosi studi di popolazione e di intervento hanno ampiamente dimostrato che alcune specifiche sostanze nutraceutiche derivate dagli alimenti, e assumibili in forma di integratori, rappresentino un sostanziale aiuto nel supportare fisiologia e funzionalità del nostro organismo” ha dichiarato il professor Giovanni Scapagnini, dell’Università degli Studi del Molise e vicepresidente SINUT. “In particolare, in una società caratterizzata dal progressivo aumento di problematiche collegate all’invecchiamento patologico, la possibilità di usare strumenti nutrizionali in grado di favorire il benessere di specifici distretti quali sistema cardiovascolare, cervello, sistema osteoarticolare e gastrointestinale rappresenta una area di estremo interesse, non solo per i bisogni dei consumatori, ma soprattutto in termini di gestione della salute pubblica. Non è un caso quindi che Europa e Stati Uniti stiano investendo sempre di più sul tema nutrizione funzionale e salute, come dimostrato ad esempio dalla dimensione dagli studi Vital ( effetto della supplementazione di vitamina D e omega 3 condotto su 25.000 persone) e Cosmos (effetto della supplementazione dei polifenoli del cacao condotto su 18.000 persone) attualmente in corso.”

Gli italiani che utilizzano gli integratori sono sempre più numerosi; secondo un’indagine condotta da Gfk-Eurisko nel 2017 per conto di Integratori Italia, sono 3 persone su 4, e sono 1 su 2 quelle in cerca di informazioni. La principale fonte di informazione sugli integratori è il Web (51%), seguita dal medico, soprattutto il medico di medicina generale (47%) e dal farmacista (40%).

Se pertanto è vero che i canali tradizionali (medico e farmacista) sono indubbiamente considerati fonti la cui credibilità e autorevolezza è fuori discussione, si apre il problema della garanzia delle informazioni trovate sul web, prima fonte di informazioni. La collaborazione tra Integratori Italia e UNC, che lavorano insieme a tutela del consumatore e si fanno garanti della attendibilità e della sicurezza delle informazioni, rappresenta una possibile risposta per tutti i consumatori che, tramite internet, desiderano avvicinarsi al mondo degli integratori alimentari.

Per scaricare la Guida “L’uso corretto degli integratori” clicca qui

Quando l’intestino è irritabile

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII) è un disturbo dell’apparato gastro-intestinale molto frequente. Secondo i dati epidemiologici, ne soffre circa il 30% della popolazione italiana, prevalentemente donne.

Soffrire di SII significa convivere con dolore e gonfiore addominale variabili per frequenza ed intensità, ma con un indiscutibile impatto negativo sulla qualità della vita.

La sindrome dell’intestino irritabile non è una malattia ma una disfunzione, le cui cause non sono ancora definite. Questa sindrome benigna non ha un fattore eziologico ben identificato; è piuttosto considerata un disturbo “biopsicosociale” e comprende diversi fattori scatenanti, fisiologici, psicologici, ambientali e comportamentali.

È caratterizzato da dolore addominale, irregolarità intestinale, meteorismo e variazione di consistenza delle feci con andamento cronico ricorrente caratterizzato da periodi di riacutizzazione e da periodi di remissione. La maggioranza delle persone che soffre di SII riferisce un cambiamento delle abitudini intestinali insorte durante l’adolescenza o la prima età adulta. Le modificazioni sono progressive e tendono a stabilizzarsi sull’alternanza stipsi-diarrea, con predominanza di uno dei due sintomi.

La diagnosi di SII si basa sostanzialmente sui sintomi sopra descritti (diagnosi positiva) e sulla esclusione di altre patologie di tipo organico (diagnosi negativa). Grande importanza riveste il colloquio e il rapporto di fiducia che il paziente deve avere con il proprio medico.

Ricevere una corretta diagnosi rappresenta la premessa per intervenire nel modo più appropriato. Ma non solo. Una corretta gestione della SII parte con l’educazione, soprattutto per quanto riguarda l’impostazione del regime alimentare. Sono numerosi i casi in cui si verifica una relazione tra pasti e insorgenza del dolore/gonfiore addominale. Inoltre per alcune persone che soffrono di SII, determinati cibi sono legati all’insorgenza di sintomi principali, ad esempio latte e latticini, carboidrati, verdure crude. Questo confermerebbe come nella maggior parte di coloro che ne soffrono potrebbe essere utile limitare l’introduzione di alcuni alimenti, come caffè, grassi, latte e derivati, vegetali (cipolle, legumi, sedano, cavoli, carote, broccoli) o frutta (frutta secca e oleosa, kiwi, melone, ciliegie, frutti di bosco, fichi, prugne, banane, agrumi).

A meno di intolleranze o allergie, la gestione della SII non richiede rinunce restrittive, piuttosto l’adozione di abitudini salutari, tra cui l’assunzione di una giusta quantità di fibre e di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. In particolare per quanto riguarda le fibre, alla luce delle ultime revisioni della letteratura e meta-analisi, la preferenza si orienta verso quelle solubili tendendo a consigliare con prudenza quelle non solubili a causa dei possibili disturbi (soprattutto meteorismo) che queste ultime potrebbero provocare.

Quindi Dieta corretta, esercizio fisico e controllo dell’ansia e dello stress: tutti fattori che, tenuti sotto adeguato controllo, possono determinare miglioramenti significativi.

I dati sono tratti dal “Rapporto sociale 2006 sulla sindrome dell’intestino irritabile”, a cura del Comitato Scientifico editoriale di Associazione italiana Gastroenterologia ed Endoscopia Ospedaliera e dal testo “Sindrome Intestino Irritabile” a cura di Roberto Bellomo e Barbara Scagnet per la Società Italiana di Chirurgia Colo-rettale (www.siccr.org)

Le diverse esigenze nutrizionali nelle varie fasi della vita

Dagli anni ’70 ad oggi si è verificata una grande evoluzione del concetto di cibo, che ha perso il significato di semplice fonte di sostentamento e piacere, per assumere l’identità di elemento capace di intervenire direttamente sulla salute degli individui. Scelte, abitudini e consumi costituiscono aspetti fondamentali per definire il modo in cui le persone si alimentano. Se da un lato la società si dimostra sempre più attenta alle relazioni fra alimentazione e salute, contemporaneamente vede aumentare sia le patologie legate a una Dieta abituale eccessiva o squilibrata, sia la confusione e la disinformazione circa ruoli e funzioni di alimenti e di nutrienti. Anche in Italia infatti si sta verificando un graduale allontanamento dal modello alimentare mediterraneo (riconosciuto quale esempio di sana alimentazione) e la progressiva acquisizione di uno stile di vita occidentale con ripercussioni negative sul mantenimento dello stato di salute.

Lo stato di nutrizione degli individui è espressione del comportamento alimentare e della risposta dell’organismo. Quest’ultimo è in grado di riflettere l’adeguatezza o meno della Dieta nel breve, medio e lungo termine. Una Dieta adeguata consiste essenzialmente nel consumo di alimenti in qualità e quantità tali da assicurare il soddisfacimento dei bisogni di energia e nutrienti, rispettando combinazioni e proporzioni tali da non arrecare rischi potenziali per la salute.

Negli ultimi decenni il concetto “l’uomo è ciò che mangia” ha trovato una controprova scientifica e la scienza della nutrizione ha dato risposta e alternative, diverse per età e sesso, alla crescente domanda di salute ed equilibrio psico-fisico da parte dei consumatori. All’interno del gruppo dei normali consumatori, esistono alcune categorie che vanno considerate più “a rischio” di carenze nutritive, non necessariamente a causa di malattie o di cattive abitudini, ma semplicemente per particolari situazioni legate alla loro età o a peculiari condizioni fisiologiche (età evolutiva, gravidanza, allattamento, età geriatrica, particolare impegno fisico). Basta pensare a come variano le esigenze della donna nelle varie fasi della vita e a come sia importante una corretta alimentazione anche nell’ottica di prevenzione di patologie future.

Le ragazze adolescenti hanno bisogno di essere ben alimentate sia per lo sviluppo tipico di questa fase della vita sia per i futuri stress della gravidanza. In particolare il fabbisogno in ferro e quello in calcio aumentano rapidamente fino ai livelli dell’adulto e una loro insufficiente copertura comporta il rischio della comparsa di anemie da carenza di ferro e di una ridotta mineralizzazione dello scheletro, tale da rendere precoce e più grave l’osteoporosi in età matura. Durante la gravidanza i nutrienti che vengono assunti dalla madre contribuiscono non solo al suo benessere, ma anche a quello del bambino. Tuttavia è superato il vecchio detto “mangiare per due” ed è stato sostituito con il concetto che la donna in gravidanza deve mangiare “due volte meglio”. Nei confronti dell’ alimentazione della coetanea sana, l’alimentazione della gestante sana richiederà qualche attenzione in più relativamente alle proteine, al tipo di grassi e ad alcune vitamine e minerali. Necessità decisamente superiori riguardano il calcio, il ferro e soprattutto l’acido folico.

Particolarmente delicata l’alimentazione della donna anziana in cui diversi fattori, sia fisiologici che psicologici, concorrono nel determinare alcuni difetti nutrizionali. Elevato il fabbisogno di vitamina D, calcio, ferro, acidi grassi polinsaturi e fibra.

In questi contesti, può essere valutata l’opportunità di integrare l’alimentazione abituale con l’obiettivo di prevenire una malnutrizione per difetto di specifici nutrienti.

Al fine di soddisfare esigenze diverse in base ai fabbisogni individuali, è indispensabile la collaborazione fra comunità scientifica, industria e mass media per migliorare, con mezzi sempre più aggiornati e precisi, le conoscenze in tema di nutrizione, diffonderle in maniera corretta, e così creare le risposte in termini di disponibilità di alimenti e di nuovi prodotti a misura di ognuno.

Dott.ssa Veronica Valli, Tecnologo Alimentare – Università di Bologna

Ortaggi e verdure a volontà per ritrovare la forma

Il primo consiglio che ritengo indispensabile si riassume in due parole: no al digiuno.

Di solito durante le feste si assumono cibi ad alta concentrazione energetica; ciò che suggerisco è assumere cibi a basso contento energetico, principalmente ortaggi, alimenti con un contenuto ridotto di calorie, un’alta quantità di fibre – grazie alla quali viene accelerato il transito intestinale – e un elevato contenuto di acqua, che svolge un effetto depurativo stimolando la diuresi.

Quali ortaggi preferire? Tutti gli ortaggi di stagione vanno bene, ad eccezione delle patate, che invece hanno un alto contenuto energetico. Spazio quindi alle insalate, ai finocchi, sedani, carciofi, biete, spinaci, broccoli, verze, rape. Se possibile privilegiare gli ortaggi “chilometro zero”, prodotti coltivati nel territorio nel quale vengono poi distribuiti; così contribuiamo a valorizzare la nostra agricoltura, limitando l’impatto ambientale.

Spazio anche alla frutta fresca, a patto che abbia un ridotto tenore di zuccheri, circa il 10%, come ad esempio agrumi, pere, mele e kiwi; cachi, banane e frutta secca da consumare con più moderazione perché più ricchi di zuccheri.

Per quanto riguarda le arance, è preferibile consumarle intere anziché spremute, perché contengono fibra la quale, oltre a facilitare il transito intestinale, modula l’assorbimento dei nutrienti, dando così un senso di sazietà prolungata.

Una Dieta purificante

Per tutto il mese di gennaio, passate le feste natalizie, possiamo dedicare un giorno alla settimana – preferibilmente sabato o domenica, evitando attività defatiganti  – alla “depurazione” del nostro organismo dalle scorie accumulate, assumendo solo ortaggi, frutta, acqua e pochi carboidrati.

Ecco quindi che nel giorno prescelto il regime alimentare darà spazio a verdure di stagione condite con un filo di olio extra vergine di oliva, accompagnate da 50 grammi di pane a pranzo e 50 gr di pane alla sera.

Via libera ad assunzione di acqua, abolizione totale delle bevande alcoliche, semaforo verde per the e caffè con dolcificante intensivo (aspartame, saccarina).

Per rinforzare gli effetti purificanti della dieta, negli altri giorni della settimana dimezzare le dosi di alcol, ridurre al minimo la quantità di pane e di pasta o riso (max 120 gr di pane e 80 gr di pasta o riso al giorno, per un adulto medio in buona salute), consumando cibi cucinati e cotti nel modo più semplice possibile – vapore, al cartoccio, griglia– ed evitando intingoli, stufati e arrosti.

In questo modo è possibile, nel giro di 2/4 settimane, ritrovare la forma e depurare l’organismo.

Andrea Strata, Nutrizionista